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JOHN CARPENTER'S GHOSTS OF MARS

 Ventiduesimo secolo, pianeta Marte: la bella poliziotta Melanie Ballard , è chiamata a deporre dai suoi superiori per fare luce  sulla misteriosa sparizione di un prigioniero in attesa di trasferimento,  volatilizzatosi nel nulla insieme al resto della squadra. Ha così inizio un  lungo racconto fatto di flashback accavallati e mostri mutanti, scatenati da  una malefica e misteriosa energia marziana che diabolicamente invade e usa i  corpi umani per scacciare gli intrusi dal proprio pianeta; alla fine nessuno  le crede ma Melanie avrà trovato un amico, il presunto evaso e ricercato  Desolation Williams (interpretato da Ice Cube e simile, nel nome e nel rapporto con le forze dell'ordine, al Napoleon Wilson di "Distretto 13") che lei stessa  ha lasciato scappare senza più alcun dubbio sulla sua innocenza. Al suo diciassettesimo lungometraggio, Carpenter sfrutta due temi tra i più classici  della cinematografia horror-fantascientifica (il corpo umano posseduto dalle  forze malvagie, un gruppo di persone nemiche tra di loro che fanno fronte  comune contro il soprannaturale da combattere, si veda "L'alba dei morti  viventi" di Romero) e crea una pellicola poco originale nel soggetto ma  intelligente nella sceneggiatura, grazie anche alla bravura degli attori,  alla bella colonna sonora opera dello stesso regista e al solito sapiente  uso degli effetti speciali. L'ultima mezz'ora tutta spari e mostri la si  poteva anche tagliare, ma il risultato è comunque un film divertente, non  stupido e nobilitato da alcuni singolari dettagli sinottici, ad esempio l'uso delle sostanze stupefacenti come antidoto alla possessione come avveniva nel recente "The Faculty" di Robert Rodriguez. VOTO: 7

                                                 Valentina Soluri

 

 

 


 

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