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NO GOOD DEED

 

Regia: Bob Rafelson

Interpreti: Samuel L. Jackson, Milla Jovovich, Stellan Skarsgård, Doug Hutchison

Sceneggiatura: Christopher Canaan (ispirato al racconto di Dashiell Hammett The House on Turk Street )

Fotografia: Juan Ruiz-Ancha A.S.C., A.E.C.

Montaggio: William S. Scharf

Costumi: Mary Claire Hannan

Scenografia: Paul Peters

Musiche: Michael Small

Produzione: ApolloMedia, Kismet Entertainment Group, Remstar Corporation Inc., Seven Arts Pictures.

Distribuzione:  CDI

Durata: 103' ca

Nazione: USA Anno: 2002

   

Sono qui seduto davanti al mio pc per scrivere una recensione su un film che ancora adesso, malgrado sia passato un giorno dalla sua visione, non ho ben compreso. Se dovessi classificarlo, come molte onorevoli riviste fanno non riuscirei a decidermi se si tratta di un gangster movie o di un thriller o di una love story, forse potremmo dire che è un insieme di tutti e tre i generi. La realtà è ben diversa, ci troviamo di fronte ad un'opera di stile, come i vecchi film di una volta un sorta di revival del cinema degli anni quaranta con un'ambientazioni odierna ed una Rita Hayworth dal corpo androgino.
No Good Deed è un'opera piena di classe e non potrebbe essere altrimenti poiché è diretta da Bob Rafelson, ( Il Postino suona sempre due volte ) che con la sua grande esperienza ha cucito insieme un noir di buon impatto visivo, come possiamo notare nella scelta, ormai insolita , di utilizzare inquadrature fisse per le scene di gruppo e primissimi piani per gli attimi erotici. Lo sforzo creativo di Rafelson è da sottolineare nella maestria che ha nel muoversi negli ambienti chiusi: la casa, il salone, la cucina sono pezzi di un palcoscenico teatrale, dove gli attori si susseguono lentamente creando il proprio personaggio lungo tutto il film. Purtroppo il difetto più grande è nella sceneggiatura, malgrado la storia sia tratta da un racconto di Dashiell Hammett, non si riesce mai ad entrare pienamente nel gusto perverso del thriller né riusciamo a rilassarci completamente negli attimi erotici. Steve Barancik e Cristopher Canaan non hanno saputo rendere appieno l'anima oscura di personaggi che sembrano sospesi in un conflitto interiore, sicuramente già presente nel testo originale, ma che non condividono mai col pubblico.
Penso che un soggetto simile sarebbe stato meglio trattato da Brian Hegeland, che in L.A. Confidential dona una perfetta ambientazione noir assolutamente ignorata dai due autori. Malgrado i non eccezionali dialoghi, gli attori, insieme al regista, riescono a risollevare le sorti del film dandoci una buona prova della loro arte. Certo sarà strano per molti di voi vedere il bravissimo Samuel L. Jackson flirtare e suonare il violoncello assieme alla Jovovich, ma vi posso assicurare che la scena vale il costo del biglietto. I primi piani, la musica e l'incredibile pathos che hanno creato i due attori fanno di quest' attimo il più passionale degli ultimi anni.
Milla Jovovich inizia finalmente a mostrare i primi segni di bravura, forse tutti questi anni a girare film le stanno insegnando il mestiere? Vedremo. Per adesso possiamo solo ammirare il bel lavoro svolto sul personaggio di Erin: un corpo, un'anima ed un cervello. Stellan Skarsgard (Tyrone) e Doug Hutchison (Hoop) pur avendo dialoghi assurdi riescono a rimanere credibili fino a quando l'idiozia degli sceneggiatori lo permette.
Un film di buon livello che mostra la professionalità di Rafelson capace di salvare dal nulla una sceneggiatura inutile ed inesistente e dimostra che si può fare del buon cinema anche con delle pessime idee.

 

Massimo Macchia