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CHUCK PALAHNIUK: Portland souvenir

(Mondadori, pp. 182, € 7,00; traduzione di Matteo Colombo)

 

Un nuovo Palahniuk a pochi mesi di distanza da Ninna nanna? Fantastico! È sempre cosa buona e giusta giovarsi della disponibilità degli editori italiani a pubblicare con un certo tempismo i libri di uno scrittore straniero. Finché lo scrittore tira, nessun problema, altrimenti ciccia, come nel caso di Mark Leyner, autore di Mio cugino, il mio gastroenterologo (Frassinelli, 1995) e Sento odore di Esther Williams (Shake, 2000), sostenuto da Fernanda Pivano e purtroppo assente da anni dagli scaffali delle nostre librerie. La fortuna dei romanzi di Palahniuk presso i lettori italiani ha dunque reso possibile la traduzione di questa curiosa guida alla città dell’Oregon in cui lo scrittore vive e lavora. Gente, luoghi e stranezze del Pacific Northwest, recita il sottotitolo del volume uscito nella Piccola Biblioteca Oscar Mondadori: itinerari, ma anche "cartoline", ovvero short stories pescate in un arco di tempo che va dal 1981 al 2002.

"Oggi Portland è la città natale di Tonya Harding e dell’ex senatore Bob Packwood", si legge nell’introduzione. "Per gli esperti dell’FBI che studiano i serial killer, il Pacific Northwest degli Stati Uniti è "il mattatoio d’America", perché la gente che ci abita è cordiale e si fida degli altri. C’è sempre un bosco nelle vicinanze. Piove molto, e la roba marcisce in fretta."

Nel vocabolario cittadino, "Louie Louie" Building è il nome dell’edificio in cui nacque l’hit dei Kingsmen Louie Louie, una delle canzoni più coverizzate al mondo (Iggy Pop docet!); Prosti-Tot indica le ragazzine senzatetto che si vendono per le strade; Silver Dildo è il nomignolo di un bar che offre spettacoli di strip maschile e Vaseline Flats segnala la zona a ovest della Freeway 405 frequentata da omosessuali. A Portland ha sede la Northwest Paranormal Investigations, fondata circa dieci anni fa da Bob e Renee Chamberlain (www.northwestparanormal.freehomepage.com). I Chamberlain si occupano di fenomeni strani (ma non chiamateli "acchiappafantasmi", avverte Palahniuk), come le presenze che si aggirano per il singolare Mount Gleall Castle, edificato nel 1892 da Charles H. Piggott, l’anima inquieta di un uomo sfigurato suicidatosi nella stanza 803 dell’Heathman Hotel (albergo prediletto dall’attore Billy Crystal e dall’umorista David Sedaris), oppure il fantasma della North Portland Library immortalato dalle telecamere a circuito chiuso della sicurezza. Per mangiare ci sono il Delta Café (specialità: frittelle di mais e fagioli dall’occhio nero, la ricetta è a pagina 44); Le Happy, il cui proprietario John Brodie è anche manager della band Pink Martini; il Wild Abandon (specialità: focaccine al limone e lavanda di Dean Blair, ricetta a pag. 49). Ancora, ci sono i posti Dove andare per venire: come farsi una scopata a Portland, tipo The Ace Of Hearts, club per scambisti aperto solo il venerdì e il sabato sera, altrimenti il Club Portland, ossia "la più grande sauna gay della città, ufficialmente nota come Continental Hotel Club and Baths, quattro piani di umido divertimento all’incrocio tra Southwest Twelfth Avenue e West Burnside Street."

Palahniuk traccia una mappa di angoli ed edifici, ponendo l’accento sui caratteri specifici di una città e dei suoi abitanti: vizi, ossessioni (il Museo dei Giocattoli dell’ex capitano dell’aeronautica militare Frank Kidd; il Museo del Peso e del Tocco di Stephen Oppenheim e Steve Miller), sindromi ritratte con il suo inconfondibile stile asciutto e velenoso. Lo stesso che gli aficionados hanno imparato a conoscere ed amare da Fight Club in avanti. I brevi racconti qui inclusi (splendide le "cartoline" dal 1988 e dal 1991) sono parte integrante di una guida che è anche, suggerisce il risvolto di copertina, una sorta di curiosa autobiografia dell’autore, aspettando Diary, già uscito lo scorso anno negli States.

 

Nino G. D’Attis