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ENIK: Without A Bark (Wonder/Audioglobe)

 

ENIK: Without a barkAvete presente un giovane Tom Waits in preda a delirio schizofrenico che se ne va in giro credendo di essere David Bowie, quello della Golden Age, accompagnato nei suoi vagabondaggi notturni da un innamorato Matthew Herbert, con laptop al seguito?

Bene, a Monaco esiste un ventitreenne di nome Enik che corrisponde alla suddetta descrizione. Una meraviglia della natura, uno che dall’età di tredici anni è immerso nella musica e che, cantando all’interno della Munich’s Phatos Theatre è stato ascoltato, più o meno per caso, dai signori Chris De Luca & Michael Fakesch (della premiata ditta Funkstorung) finendo per partecipare al loro album Disconnected.

Il bello giunge dopo, si chiama Without A Bark ed è una piccola raccolta di gemme, sei per la precisione; attenzione, perché il nostro uomo ha nel sacchetto un altro centinaio di preziosi, tutti realizzati nell’ultimo anno…

Veniamo alla mezza dozzina di tracce che Enik si è degnato di anticiparci, realizzate in combutta con il fedele Hans Tauscheck (arrangiatore e coautore di tre canzoni). C’è da restare incantati sin dalle sensazioni evocate dal primo brano, Micro Ocean (in search of love there is the dust, in search of dust there is love, i’m enchanted by a spark), sofferenze vocali alla Robert Smith e finale che vorresti durasse un paio d’ore. E poi le dissonanze di How To Destroy, dove David Bowie, in delirio, perso nel vuoto, urla con grazia and I think I lost myself, anticipando uno sciabordio di archi, in your brilliant view e poi…E poi Chaos The Drug, la terza pugnalata al petto. Ritmiche irregolari, un po’ alla Funkstorung, microdisturbi digitali si alternano alla voce di uno che pare aver vissuto il doppio degli anni che dichiara, magari segnati da assortiti eccessi. Tired Heads rappresenta forse il momento più "dolce" dell’ep, ENIKalle macchine potrebbe celarsi qualche folletto islandese, Bjork o Sigur Ros, ma al microfono ricompare lui, il fantasma in paranoia di Ziggy Stardust. Mancano circa sette minuti al termine, suddivisi tra Taxi e Diamond City, la prima indubbiamente intrisa di classicità traghettata nel terzo millennio. Vi chiederete: e l’ombra del Tom Waits? Lasciate partire la track n. 6 e…buon divertimento.

Attenzione: Enik ha due progetti prossimi alla realizzazione: un libro e il primo album, da concepire con l’aiuto di una vera e propria band che inevitabilmente lo accompagnerà nei live…Io lo attendo al varco, con ansiosa impazienza.

 

Bob Sinisi

sul web: www.enik.net