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MOUSE ON MARS: Radical Connector  (Sonig/Wide)                

 

Frammentare  e ricostruire.

Smembrare e osservare singoli suoni, o voci, o strumenti che diventano piccole realtà.

I Mouse on Mars sono maestri in questo.

Registrano una chitarra, un basso, un campanaccio e poi ci lavorano suddividendolo in tanti pezzi a cui in seguito danno un nome, elementi orchestrali che solo nella coralità ritrovano ragion d’essere.

Moltitudine di dettagli  ed interezza.

In chiave pop. Almeno a partire da Niun Niggung, disco che li vedeva trentenni  ammogliati  senza ambizioni persecutorie.

Just fun.

Ed è un percorso  il loro, lento e privo di colpi di scena. Lascerà  nel completo disinteresse chi cerca nell’elettronica  la novità, il guizzo, il malessere, ma gratificherà coloro che non solo seguono ed apprezzano il lavoro della band di Jan Werner ed Andi Toma ma ritrovano nell’ascolto di dischi  come Radical Connector un calore familiare, un  tipo di elettronica che  procede con testardaggine e  passione su binari  tanto noti quanto enigmatici.

   La verità è che i Mouse on Mars sono diventati gli Air tedeschi. Mine is yours è una provocazione,una sfida. Wipe that sound è dancefloor per  intelligenze artificiali. Ci mostra come le concessioni al pop sono frutto di esigenze personali, desiderio di contemporaneità. La differenza, rispetto al duo francese, è la struttura. Robotica e meccanica.

The end sembra un pezzo dei  Massive Attack ascoltato dentro un forno a microonde. Send me shivers evoca paesaggi tridimensionali. Nulla di nuovo  eppure così abilmente manipolata.

   La ricerca di una melodia  accattivante diviene, nei Mouse on Mars, una MOUSE ON MARS: Radical Connectorforma di resistenza alla ferrea patriarcalità dell’avanguardia tedesca e del resto il kraut rock fu tanto geniale quanto freddo e matematico, se escludiamo le menti alterate dei Faust. In fondo si tratta di ribellarsi alle tradizioni, svincolarsi dalle origini. Chi ha visto dal vivo i Mouse on Mars sa che i loro dj set sono qualcosa di spassoso ed inprevedibile. Nella loro normalità e disponibilità c’è qualcosa che stride e freme. Soggetti incontrollabili, anomali ed unici.

   Autoditacker resta probabilmente la loro Gioconda inarrivabile, ma è interessante osservare il lavoro di un gruppo che senza pressioni commerciali insegue da anni un unico obbiettivo: la destrutturazione definitiva della musica pop.

Jo Laudato

sul web: http://www.mouseonmars.com/