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FRIGIDAIRE RICORDA IL SUO PAZ

 

Andrea Pazienza sulla copertina di FrigidaireAndrea Pazienza forever: il numero 204 della rivista Frigidaire rende omaggio ad uno dei suoi illustri fondatori con un dossier lungo undici pagine ricco di fotografie e disegni dell’artista.

Nell’anno di Paz!, il film di Renato De Maria, l’attenzione sulla più grande rockstar del fumetto italiano ha raggiunto livelli finora sconosciuti in un paese oggi orfano di riviste dedicate ai comics (mancano tutte, persino quelle fatte coi piedi). Molti nomi - a cominciare dall’onnipresente Mollica - sono scesi in campo, ciascuno con il suo bagaglio di ricordi, aneddoti, schizzi autografi, o semplici cazzate buttate lì, alimentando il serbatoio Pazienza, sottolineando una volta di più l’assenza di veri eredi ma anche, attualmente, di quei vivai di giovani leoni del fumetto che una volta si chiamavano AlterAlter, L’Eternauta, Comic Art.

Quello di Frigidaire è un tributo di rilievo che arriva dai superstiti di un nucleo storico della stampa indipendente (Cannibale; Il Male; Vomito; Tempi Supplementari). La rivista, fondata nel 1980 e più volte restituita alla vita dall’inossidabile Vincenzo Sparagna, ha vissuto le mirabili stagioni di Snake Agent, Red Vinyle, Ranxerox, Suor Dentona, Joe Galaxy, Squeak The Mouse e dei loro creatori (Stefano Tamburini, Tanino Liberatore, Filippo Scòzzari, Massimo Mattioli). Pazienza era uno di loro: l’essenza fumettistica del rock concentrata in un ragazzo che, come ricorda Sparagna "(...) tra il ’77 e l’88, maturò con noi e divenne subito da allievo maestro, infine, tragicamente, leggenda."

Poesia (anche attraverso un primitivo "Alamm'echite'mmurt!"), ritmo, senso del montaggio, meravigliosa sintesi di linguaggi diversi. Eccessivo, incontenibile, inventore del maivismo ("Noi Certificati Artisti Maivisti sopportiamo che: Tutta l'arte rifà il verso a se stessa. L'Arte vera è quella Maivista"). Da San Severo a Bologna, poi Roma, Montepulciano e via per il mondo a cavallo di una motocicletta, con Bruce Lee nel cuore e certe domande da un milione di dollari da sparare di notte agli amici ("Ma sono o non sono un vero comunista?").

Sid Vicious, la Pop Art, Totò e l’urto del Futurismo in un’unica soluzione.

Frase-manifesto: "La pazienza ha un limite, Pazienza no!"

Un esempio? Milo Manara disegna le fighe, Paz , oltre le fighe, ci metteva i pensieri delle medesime, rosa o neri, pelosi o rasati che fossero. Tutte le sfumature, come un Carl Barks finito in un sogno alcolico di Caravaggio, come un Hendrix impegnato a coverizzare il tema di Via col Vento.

La città delle donne secondo Andrea PazienzaUn vortice. Perché Andrea Pazienza era onnivoro: leggeva, ascoltava, vedeva di tutto. Realizzava di tutto: copertine di dischi (la P.F.M., Roberto Vecchioni, Enzo Avitabile...addirittura Minghi!), locandine cinematografiche (Fellini), pubblicità.

Crisi del fumetto? Oggi si sarebbe buttato sul web, indubbiamente. Zanardi sarebbe un hacker, Pentothal albergherebbe in una chat popolata di voci anonime partorite dalla sua testa, Fiabeschi disquisirebbe a modo suo di Apocalipsi Nàu Redux sulle pagine di un sito come questo. E, certo, avremmo finito di leggere le storie purtroppo rimaste incompiute, come quella del cane Astarte, compagno di Annibale, o il sogno di Zanardi nel Medioevo (parte di un ciclo irresistibile cominciato con un’avventura ambientata durante la seconda guerra mondiale). Paz avrebbe fatto altri viaggi come quello, storico, a New York ("alla ricerca di Segnottanta") o il viaggio di nozze in Brasile insieme a Marina e ce li avrebbe raccontati. Altri luoghi, altre facce, idiomi, segni. E la satira? Pensateci un attimo: un albo a colori di Paz dedicato alle imprese del Cavaliere, della Lega, di Bush Jr. e via delirando.

Andrea Pazienza

Scomparso per overdose nel 1988, a due anni di distanza dall’amico Stefano Tamburini, Andrea Pazienza è dunque un fiume che neppure la morte fisica è riuscito ad arrestare. Gran parte della sua produzione, ristampata in volumi lussuosi e costosissimi è diventata un oggetto lontano dalle tasche delle nuove generazioni. Questo non fa bene alla memoria, non è apprezzabile quanto l’operazione (lodevole, amorosa) portata avanti dal fratello Michele, diventato ‘cacciatorè di tutti i frammenti di Andrea sparsi per il mondo (pezzi di carta, tovagliolini, autografi, etc.).

Guy D’Emmurd

sul web: La versione on-line della rivista Frigidaire

              Ricca gallery dedicata a Pazienza 

              Un' altra serie d'immagini  molto interessanti