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ULTIMATE X MEN 22: Nuovi mutanti Parte 2

 

ULTIMATE X MEN 22

Si è detto che Bendis si sia impegnato molto di più in Ultimate X-Men che in Ultimate Spider Man. Si è detto anche l’esatto contrario. Francamente mi pare che faccia un lavoro certosino per entrambe le testate. Negli X-Men poi è arrivato subito dopo la frettolosa dipartita di Millar, che dopo aver buttato parecchia carne al fuoco, talvolta in modo eccelso, si è ritirato con un finale indegno delle premesse. Ha letteralmente bruciato la potenza del gesto di Wolverine spedendo nelle lande gelide del Canada un Ciclope comprensivo ai limiti del biblico che vuole essere abbastanza civile da perdonare il tentativo di rubargli la donna.

Non ti ha rubato la donna, ha tentato di ucciderti. Togliti gli occhiali al quarzo rubino e fai quello che devi fare.

Ma no, Ciclope è così. Bello. Bravo. Educato. Che noia. Grazie al cielo Bendis dà tutt’altro peso al ritorno di Wolverine, concedendo al personaggio le sfaccettature possibili di una tragedia della solitudine. L’autore ha spudoratamente subito la fascinazione di Logan, tanto da far addirittura scomparire gli X-Men nei i primi due capitoli della sua saga d’esordio Blockbuster, per fare spazio all’Uomo Ragno e Devil al fianco di un Wolverine braccato e confuso come un animale.

Con i Nuovi Mutanti l’autore continua il suo lavoro di rimodulazione psicologica dei personaggi, tanto da creare una prima parte che altro non è che un lungo prologo quasi superfluo rispetto all’economia della storia. Quasi.

L’entrata di Angelo diventa un teatro in cui far emergere le paure le insicurezze e gli aspetti più intimi dei protagonisti: il semidelirio religioso di Rogue, l’insicurezza di Bestia, le strategie di Xavier, per finire col dialogo tra Tempesta e Angelo, sincero e scarno come solo i dialoghi tra adolescenti possono essere. E poi, ancora e di più, Wolverine, protagonista di  pagine agghiaccianti, ambientate in un luogo assoluto e mitico, dove insieme al dramma di un giovane e ignaro mutante, che deve essere eliminato a causa del suo nefasto potere, si compie anche quello di Logan, costretto nuovamente alla ferocia dagli stessi che la giudicano e la condannano. Sarebbe interessante scoprire se Xavier è a conoscenza di quest’incarico. Sarebbe istruttivo sentire un suo commento.

   Tavole buie, di sguardi cupi e dialoghi contro il proprio destino, che a ben guardare spiegano molto più di Wolverine che del giovane mutante. Assassini senza scelta. Condannati alla solitudine. Anche Logan ha tirato su la carta sbagliata.

   Nel 22 infatti l’uccisione del ragazzo viene portata come prova inconfutabile dell’ambiguità e della pericolosità di una politica presidenziale di appoggio agli X-Men, e Wolverine indicato di nuovo come l’anello debole di questo legame. Nelle stupende tavole di Finch il contraltare alle ombre senza volto che parlano davanti ad uno schermo è l’immagine, ripetuta ossessivamente per due pagine, di un Wolverine che emerge dalla caverna quasi stordito. Giusto per rinfrescarci la memoria sulla vera essenza dell’episodio. Bendis affonda il coltello e ci mostra il reclutamento dei nuovi mutanti come  un gioco politico preciso, una partita a scacchi tra uomini di potere che emergono nella loro fredda ferocia, senza artigli e senza sangue.

(Il presidente si fa convincere, e si mette lì buono buono a scegliere con i suoi collaboratori i mutanti più adatti a formare un gruppo tutto suo: il nuovo giochino ha successo e passano in rassegna i candidati con l’entusiasmo di un discografico che mette su una boy band, scrutandoli e giudicandoli come pezzi d’arredamento, come oggetti da combinare. Impressionante, da rimpiangere la sincera crudeltà di Arma X, dove almeno i mutanti venivano semplicemente torturati.

    Dove porterà questo reclutamento lo sapremo presto, e scopriremo anche se il restyling di Emma Frost è così rivoluzionario da renderla una docile insegnante che propone una via morbida di integrazione mutante, oppure se l’ex di Xavier (e bravo Xavier, allora non vivi di soli ideali eh?) ha in serbo sorprese da cattiva doppiogiochista. Nonché telepate. Di sicuro rispetto al mondo  Marvel classico è decisamente più sobria nel look, ma di questo lasciamo che si preoccupino gli animi più famelici.  Abbiamo altre cose a cui pensare: l’ abbandono di Bestia, il ruolo di Angelo, i testi osceni delle canzoni di Dazzler…ci si rivede al 23.

Anna Guidi