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LEGS McNEIL / GILLIAN McCAIN:

PLEASE KILL ME
(Baldini Castoldi Dalai, pp. 632, € 19,00; traduzione di Riccardo Vianello)
 

Please Kill Me

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“I Ramones mettevano sempre qualche goccia di piscio in tutto ciò che offrivano agli ospiti, era un loro tipico scherzo.”

(Dee Dee Ramone)

One, two, three, four...Ehi, questa è roba maledettamente seria, pochi cazzi: il punk in presa diretta, microfono aperto, tutto live come in un bootleg smanioso e succulento, un vorticoso montaggio ricavato da centinaia di interviste ed estratti da altri libri, riviste, fanzines. L’America degli MC5, di Iggy & The Stooges, dei New York Dolls (recentemente tornati in pista con l’album One day it will please us to remember even this su Roadrunner), di Jim Carroll, Patti Smith, Dead Boys, Tom Verlaine e dei Ramones, del Max’s, del Mercer Arts Center, del CBGB’s e di tutta la gente che ci stava intorno, travestiti, spacciatori e groupies comprese (le gesta di Bebe Buell, ex coniglietta di Playboy sono storia). L’Inghilterra dei Clash e dei Sex Pistols (soprattutto quella di questi ultimi, catturati nel corso del loro devastante tour americano).

   Titolo: impareggiabile, ricavato da una pericolosa T-shirt disegnata da Richard Hell.

   In copertina: Iggy birra in pugno che si fa leccare compiaciuto un lembo di pelle da Debbie Harry. Livello di tossicità: alto. Volume: altissimo, spaccatimpani, rock’n’roll. Ci sono le voci dei protagonisti, solo quelle (a parte qualche notarella utile soprattutto ai lettori più giovani), divise in cinque parti più un prologo che esplora la stagione dei Velvet Underground e della Factory di Warhol ed un epilogo dedicato agli anni che vanno dal 1980 al 1992.

   Gli aneddoti si sprecano: la drammatica dipartita di Billy Murcia - primo batterista dei New York Dolls – in terra inglese. Jim Carroll che si prostituisce lavorando di bocca per quaranta dollari. Dee Dee Ramone che spiega come la canzone 53rd & 3rd sia completamente autobiografica (lui batteva all’angolo tra la Cinquantatreesima e la Terza). Una giovane Patti Smith che passa da un letto all’altro e aspira a conoscere da vicino i suoi miti. Iggy che passeggia per Londra attirando uomini intenzionati a rimorchiarlo. Ray Manzarek che tira fuori di galera Iggy (in abiti femminili) dopo un arresto per ubriachezza molesta a Hollywood. L’incontro all’insegna dell’equivoco (colpa di un aspirapolvere) tra Sid Vicious  e Philippe Marcade, musicista e amico di Nancy Spungen. Wayne Kramer incastrato dai Federali a Detroit. Stiv Bators che scolpisce una svastica nel pelo pubico della fotografa Eileen Polk. Ron Asheton alle prese con una potenziale suicida. Johnny e Dee Dee che sniffano colla e Carbona (uno smacchiatore simile alla nostra trielina) sui tetti di New York. E poi ci sono perle come questa: “Ho sempre pensato che un punk fosse uno che lo prendeva in culo.” (William Burroughs) Oppure: “Lo sanno tutti che le drag queen sono le lesbiche più cattive del mondo. Sono capaci di farti a pezzi. Per una drag queen, essere forte è una questione di sopravvivenza – se ti vesti in quel modo, devi essere dura e forte per reggere quello che ti aspetta.” (Terry Ork).

  Lo scrittore Wu Ming 1 ha preso questo libro a modello per il suo romanzo New Thing. Il lavoro svolto dalla coppia McNeil/McCain è davvero notevole: con Please kill me il rischio di annoiarsi è nullo perché qui non ci sono teorie asettiche, non esiste un distacco dai fatti ma – caso più unico che raro – il lettore viene portato nel clima di quegli anni, all’interno delle situazioni narrate.

   La bibbia del punk? Probabilmente. Di sicuro il mio libro dell’anno.

 

(J.R.D.)