Home | back | Antonio Pileggi | Chris Cunningham | Franco Galluzzi Livera | Fura Dels Baus | La grande stagione acida | Nise No: Rien | Terry Richardson Sviluppi non premeditati | Vanessa Beecroft | Archivio Arte | Cerca sul sito


CHRIS CUNNINGHAM:

L’ANDROIDE E LA MACCHINA DA PRESA      visita la gallery

 

CHRIS CUNNINGHAMMusicista, videomaker, autore di spot pubblicitari spregiudicati e memorabili (Mental Wealth, per la Sony Playstation, ha ricevuto nel 2000 il Premio D&AD - Television & Cinema Advertising Crafts: Special Effects), Chris Cunningham è, insieme a Spike Jonze e a Michel Gondry, uno dei primi tre protagonisti della collana The Work of director, pregevole operazione della Palm Pictures che ha il merito di raccogliere in Dvd un patrimonio di opere altrimenti irreperibili. Sottotitolo: A collection of music videos, short films, video installations and commercials, neanche a dirlo una manna per gli estimatori di un artista che ha scelto il corpo postorganico come elemento narrativo, sommando influenze che vanno da Cronenberg ad Argento (a suo dire, l’unico regista italiano che conosca a fondo) fino a H.R. Giger, a Marcel.Lì Antunez Roca, alla Fura dels Baus e agli show del gruppo Survival Research Laboratories di San Francisco fondato da Mark Pauline nel 1978.

   Transbiomorfosi, androidi, clonazioni, scenari da science-fiction parossistica commentati dalla migliore ‘braindance music’ del nuovo millennio. La macchina da presa di Cunningham scandaglia nel buio fino ad annullare ballardianamente gli ordini di umano e artificiale. È una macchina che cerca ectoplasmi, estremità virtuali, l’imprevedibilità generata da un’epoca in cui tutto è esposto agli occhi, ogni cosa è visibile. Corpo e tecnologia, membra e oggetti carichi di elettricità: il linguaggio è forte, sfrutta il desiderio e l’angoscia, le nuove sociopatologie ma anche un’ironia gelidamente british che ha di sicuro un antecedente nelle visioni di Terry Gilliam quando gioca con un’icona come Leonardo Di Caprio nello spot commissionato da Telecom Italia o con la modella aliena Fi-Fi inserita in un contesto da ‘reality show’ nel succitato commercial Sony Playstation.

   L’antologia in questione comprende i clips girati per Autechre (Second bad vibel), Madonna (Frozen, girato nel deserto del Mojave con la fotografia di Darius Khondji e tanta tecnologia morphing), Portishead (Only you), Squarepusher (Come on my selector), Björk (All is full of love, corredato da un interessante ‘Making of’), Leftfield + Afrika Bambataa (Afrika shox, ancora Khondji alla fotografia che per il video riceverà una statuetta ai Music Week CAD Awards del 2000), Aphex Twin (Come to daddy, cortometraggio horror del 1997 e Windowlicker, proposto in coda anche nella curiosa ‘bleeped version’), più una sezione dedicata alle video installazioni (Monkey drummer, lavoro presentato nel 2001 alla 49° edizione della Biennale di Venezia; flex, realizzato in occasione della mostra evento del 2000  Apocalypse, alla Royal Academy di Londra) ed ai ‘commercials’ Sony, Nissan, Levis (l’inedito Photocopier). Last but not least, un elegante booklet che in 52 pagine mette in fila foto, bozzetti preparatori, commenti del regista.

Nato a Reading nel 1970, Cunningham ha CHRIS CUNNINGHAMdebuttato giovanissimo prima nel fumetto, disegnando le storie di Judge Dredd, poi nel cinema in qualità di tecnico degli effetti speciali, accumulando consulenze per Clive Barker (Cabal, 1989), David Fincher (Alien³, 1992) e per Stanley Kubrick che nel 1995 ‘sequestrerà’ il giovane talento chiedendogli di affiancarlo nella preparazione di A.I., progetto poi sciaguratamente ultimato da Steven Spielberg. Di questa fase, è rimasto famoso il commento rilasciato alla rivista francese Premiere: “Mi disse: non sei autorizzato a parlare di quello su cui stai lavorando neanche alla tua ragazza. Poi tutto quanto fu archiviato quando decise di fare Eyes Wide Shut.”

   Benché da tempo interessato a firmare un lungometraggio, Cunningham non vuole evidentemente correre il rischio di fare passi falsi di qualsiasi tipo. Non ha la fretta di Robert Longo o del Tarsem di The Cell (2000) e di certo non lo riempirebbe di gioia l’ipotesi di ritrovarsi a dirigere un film controllato da altre menti al di fuori della sua. È per questo che da anni abbiamo notizie di almeno due progetti in lenta fase di sviluppo: Neuromancer, dal romanzo di William Gibson (coinvolto nella sceneggiatura) e Ranx (l’altro titolo di lavorazione è Happy birthday, Lubna), ispirato al celebre fumetto Ranxerox di Stefano Tamburini e Tanino Liberatore. Dopo aver rinunciato all’idea di dedicarsi a uno script da A Scanner darkly di Philip K. Dick, il trentatreenne regista ha ottenuto un finanziamento di 95.300 sterline dall’UK Film Council utile alla pre-produzione di Ranx, sceneggiato insieme a Gordy Hoffman e prodotto da Fernando Sulichin e Jim Wilson per la Film Four. Nel frattempo è in arrivo un nuovo clip per Aphex Twin, mentre il Dvd The Work of director Chris Cunningham offre come bonus il trailer (piuttosto inquietante) di Rubber Johnny, uno dei due cortometraggi girati per l’imminente Dvd antologico Spectral musicians dell’etichetta discografica Warp, già acquistato negli States dalla rete satellitare Sundance Channel.

 

Nino G. D’Attis

 

Sul Web: www.director-file.com/cunningham/

                www.directorslabel.com

                www.warpfilms.com

                www.res.com