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STEPHEN KING: LA STORIA DI LISEY

(Sperling & Kupfer, pp. 619, € 18,00; traduzione di Tullio Dobner)

Ordina da iBS Italia

La storia di un amore infinito e, al tempo stesso, la più bella storia scritta dal prolifico Stephen King. Un romanzo incentrato sull’intimità indissolubile che lega due esseri umani, Scott e Lisey, uomo e donna, marito e moglie per venticinque anni.

   C’è forza in un legame di questo tipo. C’è l’energia delle cose preziose e anche spaventose, delle dimensioni “altre”, di una vita interiore fatta di doni non comuni («Tu mi ami lungo tutto il giro dell’equatore e non solo per qualche storia che scrivo. Quando la tua porta si chiude e il mondo resta fuori, noi siamo occhi negli occhi.»). Oltre la realtà, oltre la morte: ecco il karma degli amanti, il miracolo dell’amore, l’evento straordinario che mette in scacco per un tot di pagine (e ancora più in là) il tuo survival-kit di cinismo.

   Tutti conoscono le opere del Re di Bangor: Le notti di Salem; Shining; L'ombra dello scorpione; Pet Sematary; Misery; il ciclo della Torre Nera…sparate un titolo a caso.  King è Pop. King è seminale. King è nella storia della letteratura, “se non altro per tutti i romanzi che ha venduto, tradotti in molte lingue e ristampati più volte”, come ha scritto uno dei moderatori del forum di www.stephenking.it . King è nel cinema, nei fumetti, nella musica. In una recente intervista rilasciata a Keith Blackmore, ha dichiarato: “Uno dei miei compiti in quanto scrittore è quello di assalire le vostre emozioni e forse di aggredirvi - e per far questo uso tutti gli strumenti disponibili”. Povero e alcolista nei primi anni ’70, imperatore incontrastato nei decenni successivi. Milioni di copie andate via come il pane. Fiumi d’inchiostro. Pernacchie ai rimbambiti che ancora discutono di cultura alta e bassa. King è sopravvissuto alla bottiglia, a un tremendo incidente, poi alla polmonite. Ha pubblicato cose eccelse e anche fondi di magazzino, certo. Shakespeare docet.

   Questo La Storia di Lisey è diverso da ogni altra sua opera. Triste, doloroso, intenso. Complesso sul piano linguistico (una medaglia a Dobner, storico traduttore italiano, ormai considerato “l'alter ego italiano di King”), quando consegna al lettore il linguaggio segreto e meraviglioso con il quale comunicano due anime gemelle. Le parole che gli altri non conoscono, che non potrebbero mai capire. Quei vocaboli astrusi che attestano una complicità da bambini che ce l’hanno fatta ad invecchiare insieme. Si è bambini per sempre nella tenerezza, in quell’amicizia profonda che è molto più del semplice dividere il letto con qualcuno.

   Scott Landon era uno scrittore, Lisey Debusher la sua compagna. Due anni dopo l’inizio della sua vedovanza, lei trova la forza di rimettere in ordine le carte del marito. Si rimbocca le maniche, entra nel suo studio, si ripromette di fare in modo che i fans inconsolabili possano avere qualcosa. Un manoscritto inedito, magari. Vere bestiacce, i fans degli scrittori popolari: uno, in particolare si chiama Dooley e sembra addirittura pericoloso. Suspence? Attenzione, prego, non è esattamente questo il perno del romanzo. Al centro ci sono sempre loro: Scott e Lisey, un po’ come Johnny Cash e June Carter nelle parole di una straziante lettera scritta da June: “And I will always love you, you’ll always be mine. Forever and always, till the end of time. Till the mountains spilt open with the weight of the sun. .we’ll rise together …as one.” In qualche modo, Scott torna indietro. Per la sua metà oscura. Soprattutto per amore di Lisey, per quell’amore che da King ai lettori diventa una ballata costruita sul tempo presente del lutto e su quello passato degli amanti, quindi in due dimensioni parallele (il nostro universo e Booya'moon).

   Ricordi. Sogni ad occhi aperti. Ossessioni. Vecchie ferite che sanguinano ancora. E una vanga per seppellire il peggio, certo.

   Scott e Lisey forever.

   Questo libro è un BOOL!

   Questo libro è un BOOL D’AMORE.

Nino G. D’Attis