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        Così passavano i giorni e il Natale si avvicinava e la città era
        illuminata a festa, ma ad Ale sembrava che ci fossero già tante luci
        diverse rispetto a prima, le luci e i colori che il pensiero di Claudia
        dipingeva nella sua mente e nei suoi occhi fino a cambiare tonalità
        alle case e ai portici e alle strade dietro al parco dove andava con lei
        a terminare le serate, in macchina a guardare il panorama e parlare
        ridendo,  oppure a casa sua dentro al 18 dove Ale correva in
        macchina ogni volta che lei lo chiamava. E a dicembre qualunque posto
        veniva abbandonato da lui se lei lo cercava, non importavano più le
        lezioni né il dover studiare quando suonava il telefono e Claudia gli
        chiedeva che fai, mi vieni a trovare, e lui diceva sì certo e così
        passavano insieme i pomeriggi, Claudia cercava ridendo anche di
        interrogarlo sui libri d'esame a volte per dargli la sensazione di non
        stare perdendo tempo ma lui il tempo passato con lei non avrebbe certo
        potuto considerarlo perduto, e gli raccontava degli anni del liceo in
        cui ancora non si conoscevano e dei ragazzi che aveva avuto e Ale le
        diceva delle sue storie e ridevano per come erano sempre e per entrambi
        finite male, e un giorno in cui era già tarda sera e Ale continuava a
        ripetere l'ultima sigaretta e poi vado a casa lei gli confessò che
        sempre le era capitato di innamorarsi dei suoi amici e poi disse
        sorridendo vabbè è meglio se non continuo, e Ale disse solo ok perché
        non riusciva a dire altro paralizzato dalla possibilità che i suoi
        desideri potessero davvero realizzarsi, ma ancora non riusciva a capire
        dove lei volesse arrivare con quegli accenni e quelle frasi lasciate a
        metà e per non illudersi continuava a cercare di pensarci il meno
        possibile. 
        Tantopiù che Claudia essendo matta era capace di buttarsi in poco
        prudenti affermazioni come quella degli amici e poi non farsi più viva
        per giorni, e in effetti così faceva ogni volta, Ale credeva sempre di
        averla perduta perché lei non si faceva trovare, e di colpo l'umore gli
        diventava nero e Francesco e Luca che ancora non sapevano niente gli
        chiedevano ma che hai, e lui nulla, inventava qualche scusa, ho litigato
        coi miei, ma in realtà guardava il telefono e aspettava che Claudia lo
        chiamasse oppure non resisteva e la chiamava lui, ma lei non rispondeva
        e questo lo faceva diventare ancora più cupo scatenando immediate
        paranoie su un presunto odio di lei nei suoi confronti. Così si
        prometteva solennemente che non le avrebbe mai più rivolto la parola se
        non con frasi di circostanza perché l'averla così vicina gliela faceva
        desiderare più di ogni altra cosa e questo era doloroso se non poteva
        averla e lei non si faceva nemmeno più sentire, avrebbe voluto
        spiegarle che non poteva più vederla perché già troppo la lontananza
        era insopportabile, ma poi la incontrava di nuovo all' Always e lei lo
        abbracciava davanti alle sue amiche senza nessun imbarazzo dicendo Ale e
        felice di rivederlo, e lui subito passava dal dolore a una gioia tanto
        grande da sentire le supernove scoppiargli dentro al cuore ad ogni
        sguardo nocciola che lei gli regalava. E quasi in questa sua pazzia e
        incostanza iniziava a vedere un ritmo calcolabile o perlomeno regolare,
        sapeva che avrebbe potuto non vederla per giorni, che lei avrebbe potuto
        di nuovo sparire ma ormai già tante volte si era detto basta non gliene
        frega niente di me, e si diceva ho chiuso per sempre con te Claudia, ma
        sapeva anche che poi sarebbe tornata e in effetti tornava sempre, e lui
        si inteneriva nell'osservarla rimediare ai giorni di silenzio con gesti
        o parole più dolci del solito e di nuovo la amava dopo averla odiata e
        averle giurato addio, e correva in macchina per la città innevata
        ascoltando i Beatles pazzo di amore per ogni contatto, ogni abbraccio
        abbozzato ogni parola gentile ogni suo cercarlo lo rendeva felice, al
        punto da non sentire nemmeno il freddo quando usciva dal 18 alle cinque
        del mattino dopo essere stato a parlare per ore e ore con lei, dentro
        alla testa e al cuore sempre il dubbio di averle fatto capire troppo, di
        aver lasciato intravedere quel sentimento segreto e di potere così
        rovinare tutto. Eppure niente sembrava mai rovinato anzi sempre migliore
        e Ale si diceva se deve succedere qualcosa succederà senza bisogno di
        nient'altro, e davvero non credeva ci fosse niente da cercare o spingere
        a forza perché non sarebbe stato possibile essere più felice di lui
        insieme a lei anche solo per parlare e guardarsi da un lato all'altro
        del tavolo, e mai era stato meglio di allora mai si era sentito così
        come adesso, che Claudia era entrata nel suo mondo e gli sorrideva
        abbracciata dalla parete di fronte al letto che guardava addormentandosi
        ogni notte e poi sveglio ogni mattino dopo. 
         
         
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