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RIEN
testo e immagini di Nise No 
Nise.No@libero.it  (Intervista a Nise No)

 

Rien di NiseNoSua Divinità entrò nella piccola stanza che puzzava di fumo, si tolse la giacca di pelliccia leopardata e con un sospiro si sedette sul letto. Rumore di molle arrugginite. Ai suoi piedi, la sottile moquette marrone era sporca di cenere, mozziconi contorti e fazzolettini di carta appallottolati. Il tipo agganciato al Kus Arum Bar non disse nulla. Fissava la croce d’oro bianco e pietre dure appesa al collo della donna mentre le sue dita tozze sfilavano biglietti da cento da un grosso rotolo di banconote tenuto insieme da un elastico giallo.

"Mille?"

"La tua carta d’imbarco, tesoro. Prima classe andata e ritorno."

"Già" disse lui. "Posso andare dove voglio."

Inspirò profondamente. Si avvicinò al letto e passò le dita della mano destra fra i capelli ossigenati di Sua Divinità.

"Sei bella."

"Una volta, forse."

(N.B: incipit di un romanzo sado-noir che non finirò mai)

 

Vedere dal basso l’immagine della pianificazione del discorso amoroso senza provare un senso di vertigine è già dire: "I regard this as imprecise".

Ce la spassavamo. E il tratto del tempo si è mosso, lasciandoci intendere che girare intorno alla questione mette facilmente in luce gli errori di spostamento, i paradossi continui, le consapevoli ambiguità. Un virus che divora tutto: ecco come agisce la memoria sull’istante. Tempo impersonale regolare e astratto: il movimento delle sezioni immobili ritaglia dallo spazio aperto del mondo una compagine chiusa e riconsegna un'immagine media. Il contrasto diventa la matrice del montaggio relativizzandone il senso e la portata: tanto visibile da risultare Rien di NiseNosfuggente.

Ciò che si può dipingere si può riprodurre all’infinito, chiamando all’efflorescenza della produzione di falso come il Cerchio nero, il Quadrato nero, il Bianco su bianco di Malevic. Che farsene dell’ossessione dell’autentico?

If you think you have an eclipse...

Rodez, marzo 1946 (il giorno mettilo tu, uno a caso...)

L’indice premuto sul tasto di selezione dei canali del telecomando, gli occhi che cercano la carne, altre infezioni trasmesse molto dopo il TG Regione.

Un colpo solo, un unico centro per arrivare a tutta la muta e attraversarla. La trama del dono impone di non usare lubrificanti a base oleosa. Perché i sacrilegi variano a seconda del tipo di sacralità. Perché le astrazioni non stanno ad aspettarci come fossero corpi celesti. Non sono sagome, ritrovati, prodotti per il trucco da provare allo specchio in un test di congiunzione. Eliminando le complicazioni superficiali, hai cercato la natura esatta della relazione e non hai trovato niente: la semplice crescita delle dimensioni del cervello dai 400 centimetri cubici degli ominidi ai 1.400 circa dell’homo sapiens non ha portato necessariamente ad un’intelligenza superiore. "Così, una volta di più, non ci siamo capiti" hai detto.

Da pua pipl awl poteito it!

Dove comincia e dove finisce il senso? Rien di Nise NoAnimal wax for sport shoes. Una rapina psichica: dietro alle note degli eterni giri (evil thing that walks by night), usi senza parsimonia l’abbandono, la sospensione bruciante per tastare l'elasticità dei tuoi potenziali partner in patologia dell’immaginazione. Osservi assorta l’immobilità di questi rottami in shorts finché dura la reazione d’attesa. Cartolina grossolana di monti turchini balinesi come fondale (hélas! Ont jugé bon de mettre au jour leur propre raison d’être). Un sofisticato sistema di specchi suscita l’illusione che tu sia trasparente da tutte le parti mentre un cronista balordo, faccia gonfia e bluastra, annota furtivo gli avvenimenti senza discernere tra piccoli e grandi. Un’eternità nel mondo dello show-business: la voce subdola dell’imbonitore lavora come il canto di una sirena nell’umida e freddissima notte al manicomio. Se si chiede a un soggetto il cui elettroencefalogramma presenta delle onde alfa di fissare la sua attenzione su qualcosa se ne osserva la sparizione.

Perché?

Questa è una domanda difficile, fuori dalla lingua nominale, ed ogni risposta oggi dovrebbe essere considerata provvisoria.

Sua Divinità era un incanto così sublime che alle ciurme inglesi era vietato sbarcare. La salita dello Sciva-linga tatuata sul polso sinistro, un tappeto di braci ardenti sotto i piedini e deliziosi, illegali occhi verdi calibro 38.

Fece il numero del sorriso luminoso, seppellì lo sguardo nella piega di un punto indistinto nel vuoto e chiese: "Sarai con me, quando scoppierà la tempesta?"