Home | back  | Amati Fumetti | Andrea Pazienza | Filippo Scòzzari | Ghost World | La Lega degli Straordinari Gentlemen | Mamba | Massimo Mattioli | Occulta Mater | | Stefano Tamburini | Rumiko Takahashi | Speciale Marvel Ultimate | Sventurata è la terra che ha bisogno di eroi


AMATI FUMETTI

 

BatmanAmati, collezionati con precisione maniacale e ad alcuni necessari né più né meno di una droga, i fumetti e la passione per il mondo a vignette non sembrano tramontare nell’era (perché solo di secolo non si può più parlare) del mondo a fotogrammi, anzi. Come ormai molte forme d’arte, anche quella del cartoon è scesa a patti con i cugini del cinema, più presenti e più potenti e perciò tantoppiù indispensabili. E che il connubio sia felice, lo prova il nuovo boom di eroi ed eroine a due dimensioni che negli ultimi anni si sono regalati un volto in celluloide.
Non che sia una novità. Batman approda al cinema negli anni ’60, Spiderman nei ’70, per non parlare dei paperi e topi protagonisti dell’universo Disney che a oltre mezzo secolo dal primo Fantasia (e prendendo in considerazione anche i corti si potrebbe andare anche più indietro) possono a ben diritto affermare di esserci –quasi- sempre stati, sullo schermo. E in molti casi, viceversa, è stato il mondo dei fumetti ad attingere all’immaginario cinematografico per dare un volto ai propri eroi: si pensi ai casi italiani di Diabolik (che nello sguardo e nelle ambientazioni non può non richiamare il clima degli 007 con Sean Connery), a Valentina di Crepax, ai numerosi personaggi Bonelli dichiaratamente modellati su celebri fattezze (la recente criminologa Julia Kendall con il viso di Audrey Hepburn, Dylan Dog disegnato da Corrado RoiDylan Dog con quello di Rupert Everett (tanto che l’attore ne ha anche interpretato l’alter ego Dellamorte nella pellicola basata sul romanzo di Sclavi). Ma è nell’ultimo decennio che il binomio fumetti-settima arte è rinato a nuovo fasto: mentre a Bologna sono terminate le riprese di Paz!, il film diretto da Renato di Maria e ispirato alla vita del celebre fumettista padre di Massimo Zanardi, la saga di Batman inaugurata da Tim Burton è arrivata alla quarta puntata e si avvia, pare, verso la quinta; il secondo episodio di X-Men è già in cantiere e ha trovato nuovo volto anche Tank Girl, la perversa ragazzetta che gira su un carro armato assieme ad un bizzarro boyfriend-canguro.
E a proposito di ragazzette cattive, la tigre Angelina Jolie nei panni della indistruttibile e bellissima Lara Croft, nel film di Simon West Tomb Raider presto nelle sale italiane, è l’esempio più scoppiettante di un’altra forma di interazione e comunicazione visiva approdata in sala, il videogame, a cui si aggiungono la serie TV americana Witchblade, basato sulle avventure della poliziotta newyorkese Sara Pezzinni forse, prima o poi, in uscita anche in Italia, e il recentissimo Final Fantasy, degno di particolare attenzione per la sua realizzazione interamente digitale e necessaria per ricreare gli ambienti del gioco. E che le vicende dei rinati personaggi di videogames e fumetti siano strettamente connesse alle nuove tecnologie di animazione non è sfuggito ai direttori del Future Film Festival di Bologna: dalla Mostra del Cinema di Venezia annunciano il programma della prossima edizione, che vedrà tra le altre cose una retrospettiva dedicata proprio ai personaggi di carta, Batman e l’ Uomo Ragno in testa, che hanno goduto di ampia fortuna anche ai botteghini, e danno una chiave d'interpretazione al sempre crescente numero di trasposizioni: “da un lato, la presenza di eroi ed eroine già noti al pubblico salvaguarda parzialmente dalla possibilità di un flop, sfruttando la passione consolidata dell’audience; dall’altra il generale abbassamento del livello delle sceneggiature, in America e in Europa, spinge a sfruttare plots già imbastiti che non necessitino di un lavoro troppo impegnativo sul soggetto, lasciando così più spazio ad altre fasi di produzione, come appunto la riscrittura in digitale”. Una possibilità in più per il cinema, dunque, di esplorare le proprie capacità tecniche potendo contare su un prodotto finale vincente in partenza; una possibilità per Lara e gli altri di avere occhi e voce, anche se forse sarebbero bastati quelli che ciascuno aveva loro regalato con la propria fantasia.

 

Valentina Soluri



 

<