Home | back | Davide Bregola | Enzo Fileno Carabba | Giancarlo De Cataldo | Tommaso De Lorenzis | Girolamo De Michele | Pablo Echaurren | Valerio Evangelisti | Cecilia Finotti |  Giuseppe Genna | Andrea Manni |  Andrew Masterson | Aldo Nove | Pierpaolo Pasolini | Tommaso Pincio | Andrea Piva | Filippo Scozzari | Wu Ming | Wu Ming 1 |  Wu Ming 2 |  Archivio

( Leggi la recensione de La più grande balena morta della Lombardia )


11x9: INTERVISTA  AD ALDO NOVE di Nino G. D’Attis

 

Aldo NOve“The Stronz‘s Interview”, l’ha battezzata il diretto interessato. L’autore di Puerto Plata Market (Einaudi 1997), Superwoobinda (Einaudi 1998) e del recente La Più grande balena morta della Lombardia. Il poeta che ha scritto “Io se fossi un pannolino avrei bisogno della merda di un bambino per esistere perché la merce invenduta piange”. L’Aldo Nove o  9, oppure Antonello Tarcisio Satta Centanin Cancro ascendente Capricorno nominato, evocato, invocato a lungo su queste pagine ha risposto alle nostre domande. Aldo Nove che (lo ripetiamo) NON È UNO STRONZO e che invitiamo a compiere presto altre splendide incursioni su Blackmailmag. See ya soon!

 

********

 

 Negli ultimi quattro anni ti sei dedicato soprattutto alla poesia, pubblicando Nelle galassie oggi come oggi. Covers con Tiziano Scarpa e Raul Montanari e la tua antologia uscita per l’editore Crocetti, passando per le esperienze “InVersi”, la collana per Bompiani e il Poetry Slam insieme a Lello Voce. Puoi fare un bilancio di queste collaborazioni?

 

Esaltanti. E chiudo la risposta con una poesia di Nanni Balestrini:
 
lei che è sempre così imprevedibile
lei che è sempre così impraticabile
lei che è sempre così imprendibile
lei che è sempre così implacabile

Lei che attraversa sempre col rosso
lei che è contro l’ordine delle cose
lei che è sempre in ritardo
lei che non prende mai niente sul serio

lei che fa chiasso tutta la notte
lei che non rispetta mai niente
lei che litiga spesso e volentieri
lei che è sempre senza soldi

lei che parla quando bisogna tacere
e tace quando bisogna parlare
lei che fa tutto quello che non bisogna fare
e non fa tutto quello che bisogna fare

lei che si trova sempre così simpatica
lei che ama il casino per il casino
lei che si arrampica sugli specchi
lei che adora la fuga in avanti

lei che ha un nome finto
lei che é dolce come una ciambella
e feroce come un labirinto
lei che é la cosa più bella che ci sia
 

Quale è la condizione attuale del mercato dei libri di poesia in Italia?

 

Inesistente o quasi. Pure, con la Collana InVersi, eravamo sulla media di 4.000 copie a volume. Con le Covers abbiamo venduto 7.000 copie, oltre a un tour che ha toccato circa 70 città. Diciamo che agli editori italiani (a parte le blasonate e piuttosto "ermetiche") Bianca Einaudi e LoSpecchio Mondadori, non interessa un progetto a lungo termine, di ricerca, come la poesia.

 

Quando ha cominciato a prendere forma La Più grande balena morta della Lombardia e quanto tempo hai impiegato per arrivare alla stesura definitiva?

 

Ha cominciato a prendere forma nei primi anni Novanta e per arrivare alla stesura definitiva ci ho messo circa quindici dodici anni. L'infanzia, Viggiù, sono stati per me un'ossessione alla quale puntualmente sono tornato. È stato agli inizi dell'anno scorso che mi sono accorto di avere materiale a sufficienza per farci un libro autonomo, e d'accordo con i miei editor gli ho dato una forma definitiva, quella della Balena, appunto.

 

Mi incuriosisce il tuo lavoro sui materiali d’epoca: dischi, fumetti, riviste, avvenimenti in generale. Fai delle ricerche scrupolose o ti affidi completamente a ciò che la memoria lascia affiorare?

 

Entrambe le cose. Colleziono cimeli poveri scovati sulle bancarelle (l'altro giorno ho trovato, a Roma, "Minisex", un porno del '77 formato mignon, da sega in treno, tutto sgranato, adorabile...), cataloghi e pure ricordi altrui (ho una zia che si ricorda le immagini di tutte le figurine Miralanza)...

 

Costruire o, meglio, ricostruire attraverso la narrativa “per testimoniare innanzitutto a me stesso che ci sono altri mondi da raccontare”. C’è stato un momento in cui hai pensato di smettere i panni di Aldo Nove per dedicarti ad altro? 

 

Ogni giorno. Aldo Nove non è un organismo biologico, è un nome d'arte. in realtà sono un musicista fallito e un artista (almeno, avrei voluto esserlo) pigro. Braccia rubate all'agricoltura, forse. Mi piace esprimere a mo' d'inventario tutto quello che ci circonda, nel senso più superficiale possibile (non mi riferisco all'espressione, ma alla merci che ci saturano), prima che con noi tutto  svanisca per sempre.

 

La balena divora tutto. Sembra morta, invece si risveglia e ingoia questo mondo e tutti gli altri fino a creare il nulla assoluto. Poi il bambino esce fuori e comincia a ricordare, a mettere in fila i frammenti di un rimosso. Quest’immagine bellissima mi ha riportato alla mente una frase di Baudrillard: “Ho sognato una tempesta concettuale forza cinque che soffiava sulla realtà devastata”...

 

È vero. inoltre, negli anni anni Ottanta la più grande è stata Olinka Hardiman (Pietra miliare "Marilyn Mon Amour", 1985), dopo almeno il declino della stupenda Marilyn Jess. i Novanta, the rise and Fall of Silvia Saint, hanno visto come comprimarie di lusso Olivia Del Rio, Nikki Anderson,  Tania Russof, l'impossibilmente bella Draghixa. Oggi, all'orizzonte, vedo consolidarsi la maggiorata Rita Faltoyano, l'aggressiva Belladonna  e l'efebica canadese Christine Young. La bellissima Clare Morgane è stata una meteora, purtroppo.

 

Hai scritto: “Gli adulti di questi millenni di vita umana non hanno gli strumenti per capire i problemi di un bambino”, ma il protagonista del libro viene da un’altra epoca o “da un altro pianeta” come dici tu. Come i bambini di Io non ho paura di Ammaniti conserva una curiosità, uno stupore sconosciuto ai figli del nuovo millennio. Sei d’accordo?

 

Uno smarrimento totale che farebbero bene a conservare anche gli adulti quando ad esempio di sottopongono a quelle sedute di ipnosi collettiva che sono i telegiornali, quando leggono notizie sempre falsate, quando non possono a tratti rendersi conto che il mondo è finto.

 

Scrivere utilizzando uno stile colloquiale, sostituendo al linguaggio delle Belle lettere di (orrida) memoria scolastica l’immediatezza di forme più reali è il perno di tutto il tuo lavoro. Hai citato più volte l’influenza di Nanni Balestrini, non ricordo di averti mai sentito nominare autori stranieri...

 

Mi piacciono molto Landsdale, B. E. Ellis, De Lillo. E poi, indietro, Cechov, Gogol, Dostojevskij e insomma i russi... In Italia, oltre a Balestrini (unico poeta epico del Novecento) mi hanno influenzato anche Gadda (il nostro più grande patrimonio letterario, sintattico, lessicale) e poi Luigi Malerba e, su tutt'altro piano, Marcello D'Orta e i suoi deliziosi temi dei bambini. In poesia, il linguaggio colloquiale, ma direi più parlato, con tutte le complicazioni del caso, di Pagliarani, e l'infantilismo psicoanalitico di Vivian Lamarque hanno avuto il loro peso sulla mia scrittura. In realtà, leggo molta più saggistica e filosofia. Baumann, Einzensberger, Klein, Baudrillard, Antonio Negri, Chomskij...

 

(A meno che non me lo stia inventando adesso), tempo fa mi pare che tu abbia accennato a un romanzo su Tangentopoli. Che fine ha fatto quel progetto?

 

In cantiere, come parecchi altri. Inizio cose che magari lascio nel cassetto per anni, e poi riprendo.

 

Sei uno tra i pochi scrittori italiani a non avere rapporti con l’industria cinematografica. Mai avuto proposte?

 

Sto scrivendo una sceneggiatura per un film "sperimentale" con Paolo Rosa di Studio Azzurro, tratto da un mio racconto, "Ugo", pubblicato solo in Germania. Lavoro più per il teatro.

 

Collabori ancora con la Holden? Che idea ti sei fatto in questi anni di chi si iscrive a una scuola di scrittura pensando di poter diventare Aldo Nove?

 

Alla Holden ci sono andato una volta sola. La mia idea delle scuole di scrittura non è chiara. Istintivamente non mi piacciono, non credo che si diventi scrittori a scuola ma ho allo stesso tempo amici che ci si dedicano con vera passione. Certo che uno che va a una scuola di scrittura "per diventare Aldo Nove" molto bene non sta.

 

Grazie.

 

Sul web: http://www.sparajurij.com/tapes/AldoNove.htm