Speciale Marvel Ultimate

Home | Home Fumetti | Back | Lo speciale ospita Emma Frost | Fantastic Four | Fantastic Four 2 | Fantastic Four 3 | Fantastic Four 4 | Fantastic Four 5 | Spider-man | Spider-man 30 | Spider-man 31 | Spider-man 32 | Spider-man 33 | X-Men | X-Men 22 X-Men 23 | X-Men 24 | X-Men 25 | Ultimates| Ultimates N°12 | Ultimates N°13 | Ultimates N°14  


ULTIMATE FANTASTIC FOUR #2: Il fantastico pt 2

 

ULTIMATE FANTASTIC FOUR 2: Il fantastico pt 2Difficilmente troverete nei miei articoli termini tecnici come  run o storytelling.

Il mio approccio e credo anche quello dei miei Ultimate colleghi è quello di chi si è riavvicinato al mondo dei comics dopo anni dedicati all’approfondimento di cinema, musica e letteratura.

Si potrebbe parlare di metodologia critica dello spettacolo applicata al fumetto, o più semplicemente di trentenni che cavalcano l’onda della lunga adolescenza.

Più facile invece trovare risposte insensate a domande come quella di un nostro simpatico lettore di 13 anni, Alberto da Pisa, che mi chiede se è più forte Hulk o la Cosa.

Non ho dubbi: Hulk! Nel mondo Ultimate, il gigante verde, violenza infantile nascosta in ognuno di noi, è a dir poco impressionante. Pensate a come riduce Manhattan nel terzo episodio degli Ultimates o di come si libera dell’arcinemico di Capitan America.

La Cosa, protagonista della copertina di Fantastic four 2, deve ancora rivelarsi. Per ora, con grande senso dell’azione, Kubert ci mostra quanto la Cosa sia pesante, ci immerge nella matericità del suo essere, l’aderenza al suolo, l’impatto degli oggetti su di lui, qualcosa in definitiva che va di là dalla definizione di roccioso.

La prima parte di Fantastic Four 2 ci racconta anche delle trasformazioni degli altri tre componenti. Quella di Reed è scioccante, tanto da indurre i soldati addetti all’operazione Zona N a scambiarlo per un alieno.

Johnny invece allestisce un piccolo show pirotecnico in un ospedale di Parigi mentre Sue si risveglia sopra un materasso ammuffito in pessima compagnia.

   Sempre ottimo il ritmo della narrazione, molto cinematografico, la sequenzialità delle tavole e soprattutto il Bendis più leggero della gestione Ultimate.

Forse per via dei volti di Kubert, mai cosi buffi e spaesati o per le situazioni grottesche in cui si trovano immischiati i nostri eroi, tant’è che il numero due dei Fantastic Four scorre via liscio e leggero .

Emerge fin da ora il fondamentale rapporto della testata con la fantascienza, elemento che ha sempre caratterizzato i Fantastici Quattro, non a caso adorati in particolar modo dagli appassionati di Star Trek et similia e sono curioso di sapere come approfondirà le problematiche storiche del genere Warren Ellis che gestirà a breve i nostri eroi.

Le sue idee realizzate per Authority come l’astronave senziente Carrier o le porte che collegavano varie dimensioni erano geniali, al limite del metafisico ma è pur vero che Reed Richards e compagnia hanno una tradizione ingombrante di oltre quattro decadi e che la Marvel non è la Wildstorm per quanto riguarda certe libertà espressive

Unica nota stonata di questo secondo numero è a parer mio la caratterizzazione dell’Uomo talpa. Mi aspettavo una versione più moderna e realistica rispetto al mondo Marvel classico e mi ritrovo una sorta di Danny de Vito lercio e puzzolente con occhiali da sole hi tech.

Complimenti infine al supervisore Cristiano Grassi per le sue annotazioni e rimandi ad opere letterarie affini alla storia appena letta. In questo numero cita e consiglia di leggere quel capolavoro indiscusso di Louis Pauwels e Jacques Bergier, “Il mattino dei Maghi”. Da applauso.

Ci si rivede tra due mesi con la conclusione della prima saga “Il Fantastico” a cura di Bendis e Kubert.

 

Jo Laudato