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VIDEOTELEFONATE AL BAR

di Andrea Capanna - 22 gennaio 2003

"Sembra che alla 3 stiano arrivando sulle 2 mila richieste al giorno.

Ma se la videotelefonata è la cosa più appariscente e più rivoluzionaria del nuovo sistema UMTS, poi c'è dell'altro. Quello che c'è, sostanzialmente, è che con il sistema UMTS le cose viaggiano più in fretta (c'è una banda più larga) e allora diventa possibile essere collegati al mondo esterno in modo più efficiente e rapido.

I servizi più importanti sono cinque. E quello che fa maggior impressione e che probabilmente avrà il maggior successo è lo sport. E in effetti all'inizio sembra un po' strano vedere sullo schermino (a 65 mila colori) il campo di gioco con i giocatori che inseguono la palla e tirano in porta. Sono cose ormai familiari in televisione, ma vedersele al bar o mentre si è fermi al semaforo lascia il segno. E' una novità. Non c'è dubbio.

Buone anche le news e tutto il sistema delle notizie economiche. I menù sono chiari e facili da consultare.

E anche la sezione intrattenimento fa la sua bella impressione. Invece di ascoltare solo la voce, ci sono dei bellissimi video dei cantanti più in voga. E vedersi la tua cantante preferita nell'ultimo video di successo, lì, al bar mentre aspetti un amico in ritardo può essere molto divertente e molto rilassante."

[da Cellulari.it del 2 Gennaio 2003]

["la 3" e' il nuovo gestore telefonico in arrivo sul mercato dei "mobili"]

 

Questo articolo mi fa riflettere sull'arte del dileggio, molto esercitata da molti brillanti autori della nostra penisola, da showmen, comici, letterati, poeti. E dalla gente comune. Al mercato, in macelleria, "sull'auto" (come si dice a Roma per indicare i mezzi pubblici) (???). E da noi, nella nostra cerchia di amici. Chi non ha mai usato un soprannome o fatto un'imitazione scherzosa. Insomma da tutti. A noi piace molto la confusione.

Fondamentalmente credo che spesso ci si trovi a farlo perché ci si trova improvvisamente davanti ad una realta' molto diversa da noi, che non si accetta facilmente. Scaturisce subito un desiderio fortissimo di immaginare diversamente, creare il nuovo dal vecchio o il differente dall'uniforme, insomma vivere un'ALTERNATIVA. E siccome si è stabilito l'uso, soprattutto in Italia, che si insegna più facilmente con il sorriso...giù scherzi, macchiette, imitazioni, falsi, plagi e così via. È un modo per far finire "a tarallucci e vino" tutte le cose della vita, dimenticare, come nella migliore commedia all'italiana.

Pur avendo adorato molti film, e riso sempre nel momento in cui nessuno lo faceva, su centinaia di film comici e satirici italiani da Totò fino a Salemme passando per capolavori come I Mostri di Dino Risi, La Carne di Ferreri, gli anni 60 e 70 di Albertone, il primo tragico Fantozzi, ecc. ecc., per tendenza innata non mi piace scherzare, se non dopo aver preso sul serio le cose; e sono solito bilanciare i due trattamenti in maniera da favorire ampiamente l'approccio più rispettoso su tutti gli argomenti di discussione, anche quelli più imbarazzanti.

Ma anche io spesse volte non ce la faccio a stare al livello "giusto"...

Perché mi colpisce e diverte così tanto questo "al bar" così insistito nel testo che avete letto? Cosa diavolo c'è nella nostra testa che a volte ci fa sorridere?

Perché rido? Che c***o ci ho da ridere? Soprattutto, visto che mi si accusa in redazione d'esser cattolico, dovrei pentirmene?

Certo mia madre direbbe che è da cattivi prendere in giro chi è meno dotato intellettualmente, e man mano che mi avvicino ai trenta le do sempre più ragione, almeno nella pratica sociale. Anche a me capita di non capire, qualche rara volta, e soprattutto al volo.

Ho un amico che ha fatto una riflessione semplice quanto interessante sul cinema di Verdone, sostenendo che non è lui ad aver deciso lo squallore e la tristezza sempre crescente degli argomenti e situazioni nei suoi ultimi film, ma il semplice fatto che il tipo, essendo un buon imitatore, non fa altro che continuare a fare il suo mestiere fotografando una società, appunto, sempre più squallida e triste.

Credo abbia abbastanza ragione ed è esattamente il motivo da cui scaturisce il mio crescente odio per le macchiette, le imitazioni e le prese per il culo dei personaggi famosi. Ma anche per l'ironia e la satira in genere, che non fa altro che alimentare un gioco di specchi mass-mediatico di copie e contro-copie, distorsioni e rimodellamenti, senza minimamente scalfire i problemi reali sollevati al primo intervento critico.

E quel che è peggio, tutto ciò sembra invece favorire sempre "l'originale". Quell’ originale che noi riteniamo così poco originale, lo diventa, invece, proprio nel momento in cui noi posiamo l'attenzione su di esso con tutte le nostre sottili, scaltre, ma soprattutto innocue, critiche e può apparire, a chi non comprende le dinamiche in maniera corretta, semplicemente una tecnologicizzazione del pettegolezzo, un impianto complesso quanto inutile e come tanti costruito attorno ad una semplice attività umana, in questo caso quella del commento di piazza, una "videotelefonata al bar" come quella che si può fare con l'UMTS, in fondo, è un meccanismo, per i vampiri, da sfruttare fino all'osso e senza pietà per alcuno.

Di esempi calzanti fatene voi, sono stanco e non ne ho voglia, ma vi assicuro che nella cronaca, la politica e lo spettacolo italiano ce ne sono a bizzeffe. La cosa da capire è che, a volte, porre all'attenzione degli altri un problema non solo non contribuisce alla sua soluzione, ma può spesso portare ad un incontrollato proliferare di notizie e commenti che lo gigantizzano, nella realtà come nell'immaginazione.

Probabilmente sarebbe più opportuno che per ogni problema sollevato, fosse obbligatorio includerne la soluzione, e intendo quella vera.

 

Dedicato a tutti i critici di qualcosa,

oggi nullafacenti, ma forse artefici del domani.

A.C.