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DROGHE LEGALI

 

ecstasyIl bello dello scrivere è che puoi far tutto senza pericolo. Ti puoi arrabbiare, puoi dar di matto, esser feticista o socialista, scemo e osceno, il Papa o un assassino, quello che vuoi. Puoi uccidere ed essere ucciso, disquisire e proporre, notare e sottolineare, essere amato certamente, amare senza convincimento alcuno, demolire e ricostruire a costo zero: facile, hai il culo parato!

E questo gente come De Carlo lo sa perfettamente.

 

Ma la vita, ragazzi...

 

Siamo in tempi in cui si diventa vegetariani per motivi economici, froci per pigrizia, showmen per vocazione! Io sinceramente, nonostante mi manchino soldi, volontà e fede, non credo di appartenere a nessuna di queste tre categorie. E non è più tempo di credere, obbedire o combattere. Del resto non è più tempo neanche per lavorare nei campi per il proprio signore, né per vagare attraverso territori sconfinati alla ricerca di cibo. Forse non è più tempo nemmeno per evolversi dalle scimmie, e perfino i protozoi non hanno più voglia di dividersi! Figurarsi se è tempo di leggere un libro! Un romanzo, poi?

 

Ma allora cosa possiamo fare oggi? E dove si va stasera a far danno?

 

(...passano quindici minuti in cui ricevo una telefonata da un amico. Oltre a descrivermi il suo viaggio in Egitto e definire Il Cairo come "una bestemmia fatta architettura" mi chiede se voglio uscire con una sua collega d'università che vuole provare l'ebbrezza delle nuove "droghe legali". Gli rispondo, solo un po' deluso, che va benissimo, di chiamarmi pure, ma che non la assicuro sulla non-perseguibilità ai sensi di legge per le fregnaccie* che escono dalla mia bocca...)

 

Allora dicevo cosa posso fare oggi? Perché stasera sono di nuovo impegnato...

 

Penso che potrei fare una passeggiata tra le cartelle del mio hard disk, oppure un po' di ginnastica con la tastiera. Se avessi un cavallo potrei galopparci fino a Firenze da una mia cara amica, perché penso sarebbe l'unica maniera per convincerla di una certa cosa, oppure se avessi ancora i nonni li andrei a trovare, perché è una altra cosa che ahimè rimandavo quand'erano ancora in vita...ma l'articolo? Il caro articolo che volevo scrivere lo mandiamo a prostitute così?

 

Noooo...

 

Ciò che volevo dirvi è a proposito della scrittura! La vera regina tra le droghe legali!

Scrivere è sintetizzare un droga sottile, ben diversa dalla fredda panacea televisiva o la noia, la calda noia del cinema e per questo forse, passa inosservata meglio della Salvia Divinorum. Se oggi la musica è in crisi, il calcio pure, mi piace immaginare che l'editoria vada a gonfie vele, anche se poi qualcuno potrà dirmi che non è affatto vero.

 

I bimbi insolenti così ben stigmatizzati dal succitato Andrea De Carlo in "Pura Vita" mi incuriosiscono parecchio. Si', Andrea, mio omonimo, li ho visti anch'io e potresti avere ben ragione a odiarli così.

Ma cosa dovrebbero fare invece di divorare unte patatine, rispondere male ai genitori ed esser viziati fin nel midollo, dovrebbero forse leggere il tuo libro? Sarebbe meglio per tutti? Non credo servirebbe a migliorarli, e comunque non avverrà mai e lo sai anche tu.

 

Il tuo bel libro, guardacaso, lo leggerà esattamente l'altro quadrante del mondo, quello che non ha niente a che vedere né con gli schiavisti, né con gli schiavi, perché è certo a chi non ha colpa si indirizzano le accuse migliori, da sempre.

Perché scrivere, sarò più educato di prima, è un po' come avere le spalle coperte, va'.

 

Bisognerebbe avere la sincerità o la lucidità di ammettere che ognuno di noi sintetizza una droga personale con un target ben preciso di utilizzatori. Ogni giorno della nostra vita così densa di esperienze fantastiche e illuminanti è in realtà anche una cinicissima indagine di mercato che svolgiamo al basso fine di stabilire quali siano i potenziali dealers del nostro essere, chiavi in mano. Giorno dopo giorno, errore dopo errore, porta dopo porta, alla fine tutti troviamo i nostri compratori. Detto più romanticamente, ognuno di noi analizza chi gli sta intorno e sceglie le vittime delle proprie ridicole esternazioni. Da questo meccanismo nessuno potrà mai ritenersi escluso, nemmeno gli eremiti rintanati in una grotta a nutrirsi di bacche e di locuste. Men che meno un "giovane autore italiano" come te o me o chi sta leggendo questa pagina.

 

Ma l'artista...

 

Eh l'artista si sente diverso, si sente superiore. Invece la sua condizione assomiglia molto più verosimilmente a quella genericissima condizione umana che ci vede impegnati soprattutto a trovare un qualsivoglia posto nella "società" al sol fine di garantirci la sopravvivenza e la riproduzione e poi tutto ciò che non strozza ingrassa. Figuratevi se io mi bevo un libro come "Pura Vita" per pura vida. Andiamo.

 

(si apre all'improvviso, nel ricordo di quando ho accompagnato un amico a comperare le cosiddette "droghe legali" in un negozio della capitale, l'immagine del curioso gestore gettarsi le mani alla testa e raccomandargli fomentato "Bbada, nullo mischia' coll'arcol!!!"**)

 

Vi ricordate Nanni seduto al tavolino in casa a Roma d'estate, estrarre dal cassetto una vecchia missiva di una sua ex in cui c'era scritto "finiscila di fare fare l'adolescente coscienza del mondo"? Lui poi interrompeva sdegnato la lettura e diceva "ma io le scrivo una lettera!" con tono di sfida ma poi, svogliato, si addormentava sul tavolo! Beh, quella casomai è un'immagine più fedele alla nostra condizione, data un vero artista, perso che sia...

 

Ah dimenticavo, ho un amico rapper che ha scritto questo verso molto crudo: "tu dormi perché uno come te se si sveglia ammazza". Ecco, non prendiamoci in giro è la mia ultima preghiera...e forse è proprio meglio che ci dormiamo sopra, domani forse ci sveglieremo con un po' più di coraggio...

 

Andrea Capanna

 

* "sciocchezze", in dialetto romano.

** "Per carità, non prenderlo in concomitanza con l'assunzione di alcol!", sempre in dialetto romano.