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DEFIANCE

DEFIANCE
Titolo originale: id.
Regia: Edward zwick
Interpreti: Daniel Craig, Liev Schreiber, Jamie Bell, George MacKay, Mia Wasikowska, Alexa Davalos, Jdhi May, Mark Feuerstein, Tomas Arana
Soggetto: tratto dal romanzo The Bielsky Partisans di Nechama Tec
Sceneggiatura: Clayton Frohman, Edward Zwick
Fotografia:  Eduardo Serra
Scenografia: Dana Weil
Costumi: Jeanny Beavan
Musica: James Newton Howard
Montaggio:  Steven Rosenblum
Produzione: The Bedford Falls company, Grosvenor Park productions, Pistacchio Pictures
Paese: USA  Anno: 2008
Durata:  137'
Distribuzione:  Medusa Film
Sito ufficiale: www.defiance.com

Proprio mentre viviamo uno dei momenti più bui nell’affannosa guerra tra Israele e Hamas, nelle sale cinematografiche escono quasi all’unisono due film per certi versi necessari. A dicembre è stata la volta dell'autobiografica e tragica riflessione di un ex-soldato israeliano sulla prima guerra in Libano (Valzer con Bashir, di Ari Folman), ora, in occasione della giornata della memoria, è il turno della realistica ricostruzione delle vite dei fratelli Bielsky, contadini polacchi che durante la seconda guerra mondiale salvarono la vita a milleduecento ebrei rifugiandosi nei boschi bielorussi (Defiance, di Edward Zwick). Se il primo si può considerare tra le sorprese della stagione, se non altro per averci ricordato che l'animazione non è solo Pixar o Dreamworks, il secondo, rientra appieno nella poco esaltante categoria di film educativo.

   Zwick (l'Ultimo Samurai, Blood Diamond) svolge come suo solito un attento lavoro di messa in scena e, da ottimo mestierante, intuisce che alcune storie bastano a se stesse e non necessitano di un regista formalmente esibizionista. Chi cerca poetici slanci formali è meglio che stia lontano da un film che in sostanza è scolastico e poco coraggioso. Semmai, è un’opera che trova la sua ragion d'essere, forse involontaria, in un soggetto quanto mai attuale per le riflessioni morali di cui tratta.

   Aldilà delle questioni storiche (siamo nel 1941 quando Hitler decide d'invadere ad oriente), di cui la più significante è l'isolamento in cui vengono lasciati gli ebrei polacchi che da una parte sono rastrellati dai tedeschi e dall'altra mal sopportati dai russi, l'aspetto più intrigante del film sta nell'indagine che gli autori tentano, attraverso una sceneggiatura schematica e calibrata a puntino, sul desiderio di vendetta che affligge le vittime di un sopruso e sulla capacità/necessità di riuscire a soffocare la propria sete di sangue.

I fratelli Bielsky, questi eroi imperfetti costretti ad essere santi ed assassini, con le proprie paure e sfumature dell’anima, rappresentano simbolicamente la contrapposizione tra istinto o ragione, offesa o difesa, senso della vita o della morte che verrebbe a manifestarsi dentro la coscienza di ognuno di noi, se inserito all'interno di un evento particolarmente drammatico. Anche se gli sceneggiatori (Clayton Frohman ed Edward Zwick) non raggiungono vette poetiche particolarmente elevate, riescono ad inscenare situazioni (la barbara uccisione del tedesco catturato ne è un esempio) ai confini tra il bene ed il male capaci di turbare le nostre blande certezze. Ci sono situazioni estreme in cui è la moralità di un uomo, e non il suo senso civico o di giustizia, ad essere violentata ed a determinare il proprio destino. In quest’ottica, i meriti del film sono direttamente proporzionati alla capacità che ha di scatenare nello spettatore una riflessione sulle vitali questioni etiche messe in gioco.

   In un momento storico in cui i linciaggi sembrano diventati lo sport nazionale, non è di certo disprezzabile un lavoro, misurato ed onesto, che pone lo spettatore di fronte al gravoso interrogativo: e se capitasse a me io cosa farei?

 

Davide Catallo