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NUOVOMONDO

Nuovomondo di Emanuele Crialese
Titolo originale: The Golden Door
Regia: Emanuele Crialese.
Interpreti: Charlotte Gainsbourg, Vincenzo Amato, Aurora Quattrocchi, Francesco Casisa, Filippo Pucillo, Ernesto Mahieux, Vincent Schiavelli
Soggetto e Sceneggiatura: Emanuele Crialese
Fotografia:  Agnes Godard
Scenografia:  Carlos Conti
Costumi:  Mariano Tufano
Musica: Antonio Castrignanò
Montaggio:  Maryline Montieux
Produzione: Fabrizio Mosca e Alexandre Mallet-Guy
Paese: Italia,Francia Anno: 2006
Durata: 119'
Distribuzione:  01 Distribution

Emanuele Crialese è una grande conferma, dimostrandosi così un patrimonio notevole per il cinema italiano, custode ma anche innovatore di una tradizione cinematografica di grande lustro. Personale, maturo, poetico, Nuovomondo ha nel suo dna Fellini, De Sica, Olmi e i fratelli Taviani per l’odore del realismo mescolato al profumo dei sogni. C’è dentro la dolcezza favolistica di Miracolo a Milano e il sapore contadino de L’albero degli zoccoli. Con tali maestri Crialese condivide l’ispirazione e soprattutto l’originalità.

   Com’era nella tradizione “neorealista”, molti suoi attori sono “non attori”. Non solo facce che raccontano i luoghi da cui provengono, ma interpreti abili, in perfetta sintonia con professionisti come Valeria Golino (in Respiro) e Charlotte Gainsbourg. Anche qui, come nei suoi due precedenti film, Crialese si affida alla sua “creazione”, Vincenzo Amato, nella vita anche lui emigrato nel “nuovo mondo”. L’attore infatti si trasferì anni fa a New York per fare lo scultore, e qui conobbe Crialese, che negli States andò a studiare cinema. Incontro fortunato e intenso, perché Amato dimostra una bravura non comune. La sua interpretazione restituisce alla perfezione un personaggio non semplice, che guarda in basso per lavorare la terra ma anche in alto per seguire la propria immaginazione. Interpreta con gli occhi, i movimenti, le intenzioni inespresse. E veicola al meglio anche l’ironia e la leggerezza del film, che fa sorridere con una comicità soprattuto visiva.

   Il regista usa le immagini per comunicare qualunque sentimento, dalla leggerezza alla pena. E allo spettacolo dell’oceano, del viaggio, della sky line che si scorge da Ellis Island, preferisce i grandi spazi dei volti degli uomini. Anche lui, come Amelio, potrebbe definirsi il Cecile B. De Mille dei primi piani. In essi riesce a rinchiudere luoghi estesi a perdita d’occhio e stati d’animo complessi. E solo come sa fare un grande regista, sa generare immagini nuove, che stupiscono.

   Nuovomondo è un film che ha meritato il Leone D’Argento e che in futuro merita molto altro ancora. Se l’Italia lo proporrà agli Oscar, sicuramente l’Academy lo selezionerà per la cinquina finale. Perché ha un’universalità che lo farà apprezzare ovunque e una personalità che lo farà rimanere a lungo nei ricordi dei suoi spettatori.

 

Antonello Schioppa