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25 CANDELINE (NERE) PER IL FANTAFESTIVAL
Un report inconcludente del vostro devoto Nino G. D’Attis

 

“Tantissimo piacere, e commozione, nell'aver rivisto Kurando, Gamera, il POrcoddena, Baritonale, e poi nel contesto del Fantafestival altri amici come il mitico Macellaro (conoscete i Macelleria Mobile di Mezzanotte?), Ishiro, etc. etc.

Insomma ppeddivve che vi voglio un sacco di bene, e non bisogna mollare. MAI!”

(Emerenziano Paronzini, phantaingriphato)

 

1. Giovedì (aperitivi, ricchi premi e Colt spianate).

Roma, 7 luglio 2005. L’appuntamento con l’esimio Dottor Kurando e la gentilissima Shizuko è per le 20:00, all’ingresso del cinema Embassy in via Stoppani. Ho tempo per un Martini pariolino, seduto accanto a un giovane squaletto del mercato immobiliare e alla sua ultima vittima, un’attricetta di soap che vorrebbe «As-so-LU-TA-MENTE» entrare in possesso di un villino a schiera libero su tre lati, tre livelli di cui uno seminterrato da 350.000 cucuzze. Lui le soffia magnanimo un «Sarà tuo, te lo giuro» che avrebbe strappato un applauso a Lee Strasberg. Lei cinguetta: «Oh!» e già mi immagino la musica, i titoli di coda, l’attesa delle casalinghe per la prossima puntata.

   Si baceranno?

   Entreranno in intimità?

   Si separeranno dopo trenta indimenticabili secondi di coito alla missionaria sponsorizzato da una nota ditta di materassi a molle anallergici?

   Più di ogni altra cosa: lui le rifilerà vigliaccamente un tugurio di quart’ordine per poi vantarsene con i colleghi?

   Ho fatto uno squillo a Capanna: «Andrea, abbiamo due inviti per la festa di compleanno del Fantafestival, raggiungimi as soon as.» L’Uomo dice «Ok.» e si fionda sul posto in tempo record mentre il marciapiede si popola di gorilla, facce abbronzate dai riflettori, miniabiti neri trasparenti che mettono in risalto il definitivo trionfo del perizoma sulla ragione.

 

  “È l’inganno smascherato del catalogo. Che non esiste, come è impossibile la copula.”

   (Carmelo Bene)

 

   Dieci minuti di voyeurismo senza dialers, poi i nostri contatti in casa PhantaPhilm Group si materializzano. Abbracci, bacetti, pacche cameratesche, consegna degli inviti in bustine arancio fosforescente. «Potrebbe esserci sotto il classico trucco» spara Kurando. «Tipo che con questi in mano avremo accesso solo al primo livello del party, chessò...l’aperitivo!»

 

FANTAFESTIVAL E CINECITTÀ CINEMA

hanno il piacere di

invitarLa al 25° compleanno del

FANTAFESTIVAL

 

   Ci sono un paio di sculture di Carlo Rambaldi (un Alien che farebbe la sua porca figura nella casa-studio di registrazione di Andrea). C’è la proiezione in anteprima nazionale del western psichedelico Blueberry di Jan Kounen con Vincent Cassel, Juliette Lewis e Michael Madsen. Tratto da Jean Giraud, detto Moebius, mica Bonelli. Prima però il cocktail – buffet che a sua volta precede il consueto rito del «Si premiano tra di loro».

   Avvistiamo Pintaldi. Avvistiamo Ravaglioli. Kurando sostiene che abdicheranno. «E allora avremo un Fantafestival Anno Zero, un reset utile, salutare, necessario.» Abdicare è umano, penso. Perseverare è diabolico, riflette probabilmente il cameriere quando gli chiedo di versarmi il terzo bicchiere di vino nel giro di sessanta secondi.

   Primo boccone amaro: dal programma è stato epurato A History of violence, il nuovo film di Cronenberg ora appaltato dalla lobby veneziana. Sempre più nella fossa, cazzarola! Passiamo al dolce: tiramisù, please. Neanche il tempo di fumare mezza sigaretta in veranda che già ci dirottano in sala, criminalmente esposti a getti d’aria condizionata da Grand Tour a nord ovest di Spitsbergen tutto compreso (anche il rischio di una congestione). Sul podio: fata azzurrina un po’ tardona (“Impero della celluloide ed etica di cartapesta”, per dirla con le parole di James Ellroy). Non fa in tempo a chiedere un minuto di silenzio per le vittime delle bombe a Londra che già squillano dieci cellulari in simultanea. Dopo il (finto) raccoglimento, le premiazioni: a Claudio Argento, produttore, grazie di tutto eccetera. A Pupi Avati, regista  di tre soli horror nell’arco di una lunga (e altrimenti irrilevante) carriera. A Claudio Simonetti per tutte le colonne sonore che ci ha fatto ascoltare («Quest’anno io e Dario Argento festeggiamo trent’anni di sodalizio artistico, da Profondo Rosso a Jennifer, il suo ultimo film realizzato in America e in uscita ad ottobre»). A Rambaldi, creatore di mostri e mostriciattoli: «Gli americani sono più forti. Quando in Europa riusciremo a sviluppare delle coproduzioni importanti, saremo anche noi competitivi.» A Sergio Stivaletti, passato (perché?) dal reparto effetti speciali alla poltrona di regista.

   Momento commovente (a 12 mesi esatti dall’ultimo avvistamento): dal nulla, spunta la mole del Sempre Nostro Alfredo Mastropasqua.

  «Ragazzi, ieri ho visto Buio Omega restaurato, vi manderò il pezzo appena possibile.»

   Gli crediamo?

   Si spengono le luci: parte un filmato montato coi piedi che riassume la storia del Fantafestival attraverso una carrellata di sequenze tratte da grandi classici. Ecco Vincent Price. Ecco Boris Karloff. Ecco Klaus Kinski e i Bava, padre e figlio. Le Voyage sur la lune, Profondo Rosso, Alien, La Piccola bottega degli orrori versione Frank Oz,  The Texas Chainsaw Massacre (un maledetto corto circuito pintaldiano: scorrono le immagini del remake firmato nel 2003 da Marcus Nispel ma una didascalia le attribuisce all’originale del 1974 di Tobe Hooper). Stendo un velo pietoso sul commento musicale: mah!

   Poi la sala si svuota (colpa della temperatura freezer?), comincia il film e Kurando ghigna: «Siamo alla frutta.»

 

2. Venerdì (Licantropia, Licantropia, tutti i Fantafestival ti porti via).

Nella Golf bianca targata Frosinone di Davide Catallo, direzione piazza Don Bosco, Cinecittà 2, tra la Tuscolana e la Palmiro Togliatti. Molto lontano dalla nostra zona di pascolo, dice la tavola 58 del Tuttocittà. Attraversiamo incroci, zone a traffico limitato, vie squarciate dai lavori per la linea Metro C ascoltando un nastro con le prime cose dei Motorpsycho.

   Sigarette. Accendino a gas. Bottiglia di Montepulciano d’Abruzzo. Cielo a pecorelle.

   Ieri ho conosciuto Christian Lelli, ex proprietario del cinema Overlook, «ottima persona, uno con buone idee in testa» secondo il Dottor Kurando. «Lelli potrebbe tirar fuori il Fanta dalle sabbie mobili. Non quest’anno, però. Al momento ha ancora le mani legate.»

   Nell’ottobre del 2004, Lelli è stato complice del PhantaPhilm Group nell’allestimento della maratona 8 Ore de sangre (e de paura), esperienza indipendente e senza sponsor che Herr Doktor riassume così: «Per questo esistono serate di nicchia come le nostre, che mandano affanculo i grandi numeri e si spaccano in quattro per far stare bene le persone. Per fargli trascorrere una serata di gustose risate tra amici! Di chiacchiere divertite, di visioni collettive spettacolari. Perchè il massimo rispetto se lo meritano gli spettatori e non il Fantafestival! »

   L’arena allestita in piazza Don Bosco è una soluzione infelice. Un rischio, una patata bollente...chiamatela come vi pare. Fuori dal centro, fuori dalla tradizionale sala cinematografica, con un programma che se non offre il nulla assoluto, poco ci manca.

   Sin City e Star Wars Episodio 3 – La vendetta dei Sith? Già visti nell’ultimo mese, grazie. Occhi di cristallo  di Puglielli lo trovi in Dvd e nel circuito Peer2peer. Amsterdamned di Stapel è annata 1988 e perfino all’epoca faceva schifo. Il Caricatore di Cappuccio-Gaudioso-Nunziata e Nella mischia di Gianni Zanasi stanno ad un festival consacrato al fantastico come la castità a Peter North. Lo zoccolo duro bofonchia, si lamenta, si indigna: «Faranno davvero l’anteprima di Romero? A questo punto, tutto può succedere.»

   Questa sera: Licantropia (Ginger Snaps 3), produzione canadese, regia di Grant Harvey, «Cinque euro di biglietto e neanche una zinna!» chiosa un fantafolle. Il film, prequel di una serie avviata nel 2000 dalla sceneggiatrice Karen Walton e dal regista John Fawcett sembra un remake dell’ultra-soporifero Il Deserto dei tartari di Valerio ‘Due Palle’ Zurlini tratto da Buzzati. Appena più vivace di Two Sisters di Kim Jee-Woon (anche qui due sorelle e una maledizione), e tuttavia incagliato nelle maglie di una standardizzazione del genere che ha portato negli ultimi anni all’ibrido ‘Horror formato famiglia’.

  «Non se ne può più» dice Catallo. «Patinato e digitale: ecco quanto stanno spacciando per rinascita dell’horror. Idee zero, realizzazione su scala industriale e noia, noia, noia!»

   Più della pellicola, colpisce in negativo l’assenza quasi totale dello spirito collettivo dei fantafedelissimi: quest’anno siamo tutti spenti, sfrattati, tutti pesci fuor d’acqua. Le battute faticano ad uscire di bocca, l’amarezza sommerge l’entusiasmo e forse questa è (purtroppo) la fine di un’epoca. Piazza Don Bosco è un ghetto lontano in cui i mefistofelici Pintaldi & Ravaglioli hanno voluto rinchiudere chi ha fatto la loro fortuna.

   Un evento dell’Estate Romana? Come definizione è davvero grossa, specialmente se accompagnata da sparate di tal genere:

 

“Questi venticinque anni sono volati via in fretta, forse perché siamo rimasti attaccati alle ali del nostro pipistrello che vola veloce e mantiene sempre alto il suo standard. Sono felice di vivere questo secondo millennio e di scoprirne ogni giorno le grandi mutazioni che caratterizzano tutti i settori dell’informazione e delle scoperte scientifiche. Ritengo che il nostro compito, che ci siamo prefissi nel lontano 81, sia quello di continuare un accurato lavoro di ricerca nel variegato mondo del fantastico per poter offrire al pubblico, che ci ha sempre seguito con immutato entusiasmo, proposte nuove e stimolanti.”

(l’intero delirio, a firma Adriano Pintaldi, lo trovate qui: http://www.romeguide.it/reporter/index.php?sez=articolo_tutto&id=5614 ).

 

   Una rinascita è possibile, certo. Ma, per ripetere le parole del Dottor Kurando, sarà necessario azzerare tutto, sostituire i direttori, l’ufficio stampa, e consegnare all’oblio le promesse non mantenute delle ultime edizioni.

«L'essenza del Fanta siamo noi, il pubblico, e se il Fanta andrà a cagare noi comunque ci saremo. E sosterremo sempre ogni buona iniziativa!»

   Un compleanno? Non c’è niente da festeggiare, ragazzi. Pochi gemiti e rimbocchiamoci le maniche.

 

Fondamentale: http://www.unamanolavalaltra.it/public/phpbb2/

Istituzionale: www.fantafestival.org