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SWAYZAK: Loops from the bergerie (k7/Audioglobe)

 
SWAYZAK: Loops from the bergerie

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I britannici David Brown e James Taylor realizzano con Loops from Bergerie il loro album più maturo. Se è vero che con Himawary vinsero il premio come disco dell’anno per l’autorevole rivista americana Mixer mi aspetto scoppi d’artificio per questa loro ultima fatica.

Gelida ed inquietante la musica degli Swayzak. Si avverte tra le tracce una sensazione maligna da “fine del mondo”, minaccia imminente che rievoca distese inquietanti.

L’intento è quello di tornare alle radici della techno originale, quella di Detroit e scoprire quanto possa essere rimodellata in chiave moderna.

Il risultato è un viaggio spiraliforme che annichilisce, una mistura minacciosa di profondo dub, voci semiumane, bassi che pulsano. Un viaggio notturno e mantrico che non disdegna il ricorso a vecchie tecniche di scuola deep house pur di ottenere l’effetto desiderato. Muovere ed ampliare  la mente.

Rispetto agli album precedenti il suono è quasi sempre analogico e la differenza si sente soprattutto dal punto di vista percussivo. Più profondo, più sinistro, decisivo nei momenti funk dub.

L’elemento comunque che spicca maggiormente è la capacità di macinare ritmo su ritmo con un occhio che guarda al passato, soprattutto certa dance  anni 80 e l’altro alla contemporaneità, vedi certa minimal techno tipo Brinkmann.

Aiutati da ottimi musicisti come Kenny Paterson e Richard Davies gli Swayzak hanno tra le loro fila anche un italiano, il batterista bolognese Francesco Brini e questo è motivo in pìù per apprezzarli.

Non si può infine non menzionare la sensuale voce di Mathilde Mallen  che alleggerisce nei momenti giusti le atmosfere plumbee disegnate dagli scozzesi. Poche frasi le sue, appena sussurrate ma che schiacciate da drones alieni emergono come una salvifica litania.

 Loops from bergerie è un disco sorprendente che si pone tra le traiettorie sonore di 808 State e Orbital, un mosaico di groove devastanti che faranno vibrare le pareti della vostra stanza.

Grotowskiano ai limiti del fastidioso il loro sito, in sostanza una paginetta pubblicitaria che vi sconsiglio di visitare.

 

Fo Laudano


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