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BLUR: Think tank (Parlophone) |
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"Ultimamente
sei stata così impegnata da non trovare il tempo di aprire la tua mente"
canta Damon Albarn nel singolo Out of time
subito dopo l’apertura insolitamente bowiana di Ambulance. Un buon
modo per ricordarci che le belle canzoni, anche se non cambiano il mondo
possono almeno aiutare la gente a resistere al peggio. Come l’immagine di
Banksy che illustra la copertina, i testi di
Think tank sono piccoli manuali di sopravvivenza umana scritti per
invitare alla manutenzione dei sentimenti. Albarn miscela come sempre ironia
e dolcezza in un songwriting lineare e immediato e i Blur tornano
Alex James e Dave Rowntree l’hanno seguito in Marocco, alla ricerca di suggestioni fresche, di una contaminazione che al momento opportuno ha coinvolto Norman ‘Fatboy Slim’ Cook in veste di consulente (accanto al produttore Ben Hillier) su alcuni dei nuovi pezzi. Il precedente 13 (1999) guardava con curiosità ai Can e al jazz cosmico di Sun Ra, mentre Think tank annovera di certo tra i suoi modelli i Clash di Sandinista (nondimeno apertamente ossequiati in Gene by Gene) e i Talking Heads migliori, tanta è l’apertura verso una comunicazione che accordi il modernismo punk (Crazy beat o la fulminante Wève got a file on you) all’uso di un loop o di un sample manipolati da Cook o da William Orbit. Credito artistico
alle stelle: se On the way to the club è la ballad elettronica del
lotto che riannoda i fili con alcuni bei momenti di Parklife, con
Brothers and sisters siamo al soul cadenzato, alla ‘bedroom dancing’
vitaminizzata da un inciso che
gli
Oasis costruite a beneficio della stampa, dai maestri da superare (Kinks,
Who, XTC), dall’immarcescibile orgoglio Union Jack. Perché, se i
Coldplay passeranno, i Blur sono già entrati
nella storia eludendo l’ansia di non mancare il primo posto in classifica.
Perché a torto, il dimissionario chitarrista Graham
Coxton vede una band al capolinea creativo sostenendo di aver mollato
gli ormeggi al momento giusto. Think tank è invece il risultato di
un’altro avventuroso tuffo dei Blur nelle acque profonde di quella musica
che per loro e nostra fortuna né il tempo né le leggi di mercato riescono ad
inscatolare.
(N.G.D’A.) sul web: www.blurfanclub.co.uk
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