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AA.VV: New York noise (Soul Jazz) |
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Alla fine degli anni Settanta – lo insegnano in prima elementare - la Grande Mela era il regno incontrastato del cool. La Downtown pullulava di personaggi come Richard Kern, John Lurie, David Byrne, largamente coinvolti in varie discipline (musica, scrittura, cinema, teatro, danza). Artisti influenzati dal punk, dalla disco, dal funk quanto i rappresentanti della coeva scena post-punk inglese ma rispetto a questi ultimi sicuramente più esposti da un lato agli effetti del free jazz, della black music e di compositori
d’avanguardia (Philip Glass e
Charlemagne Palestine in testa), dall’altro al
livido, nevrotico disagio metropolitano fotografato da un quasi esordiente Abel Ferrara in Driller killer (1979), pellicola incentrata sulla
storia di Reno Miller, pittore spiantato che ha come vicini di casa i
rumorosi Tony Coca-Cola & The Roosters.
A New York si provava/registrava nei loft, si posava per una polaroid di Warhol, si cercava la differenza da ogni altro luogo possibile in quella che a tutti gli effetti deteneva il primato di città/piazza aperta a culture eterogenee. Un suono sporco, dissonante, malato, rappresentava la perdita volontaria e radicale di ogni legame con l’industria del rock. ‘ No Wavè, la chiamarono i media. Le etichette discografiche di riferimento erano la succitata Zé, voluta dal critico teatrale Michael Zikha e dal grafico Michael Esteban, poi la 99 Records di Ed Bahlman, proprietario di un omonimo negozio di dischi nel Greenwich Village; la Red Star di Marty Thau (tenne a battesimo i Suicide); la Celluloid e la Sleeping Bag Records.New York noise
– disponibile anche in doppio vinile - riporta alla luce la
colonna sonora di una città intossicata e mutante. I nomi, allora: Liquid
Liquid, quartetto attento alle commistioni tra avanguardia e tribalismo
guidato da Salvatore Principato, amatissimi Thurston Moore; le Theoretical Girls e i
Defunkt di Joe Bowie (fratello minore del più noto Lester, deus ex machina
degli Art Ensemble of Chicago).
La minestra è sostanziosa. Di quel che c’era nel calderone della Big Apple, non manca quasi nulla e in ogni caso consiglio un approfondimento con altre due interessanti antologie fresche di stampa: Mutant disco e N.Y. No Wave (Lydia Lunch; Suicide; Teenage Jesus & The Jerks tra i nomi di punta), entrambe su Zé Records.
(J.R.D.) |
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