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20 CENTIMETRI

Titolo originale: 20 centimetros

Regia: Ramon Salazar

Interpreti: Monica Cervera, Pablo Puyol, Miguel O'dogherty, Concha Galan, Juan Sanz, Richard Shaw, Maria Lalane, Rossy De Palma

Soggetto e sceneggiatura: Ramon Salazar

Fotografia: Ricardo De Gracia

Costumi: Estibaliz Markiegi

Musiche: Najwa Nimri, Pascal Gaigne

Montaggio: Sheldon Kahn

Produzione: Aligator Producciones S.l., Estudios Picasso, Divine Productionsestíbaliz Markiegi

Paese: Spagna Anno: 2005

Durata: 113'

Distribuzione: Ladyfilm

Anguilla. Aspersorio. Barafone. Mazza. Batacchio. Priapo. Fringuello. Sberla. Pirillo. Bega. Calippo. Pitone. Crescinmano. Ciaramedda. Flauto a pelle. Lumacone. Obelisco. Microfono. Sei quinti. Torre di Pisa. Maritozzo. Pendolino delle 9:07. Sardeon. Sciupavedove. Vermicione. Tronchetto della felicità…

   Che faccio, me lo taglio? Ogni tanto ci penso: è carne in eccesso che di sicuro non mi facilita il cammino verso la pace dei sensi. Non trovo l’imbocco, mi spiego? Il mio sesso mi ossessiona al punto che ogni tanto provo l’irresistibile impulso di tirarmelo fuori davanti a una vetrina di Intimissimi e dichiarare il mio folle amore ad uno di questi manichini senza braccia né gambe che indossano un perizoma con disegni e colori molto sfiziosi.

   Ci penso, oh se ci penso. O uno ZAC! netto o la camicia di forza.

   Chiave di ricerca: CAZZO.

   Gli esperti consigliano: “Evita di tenerlo troppo esposto; Il pisello è molto più sensibile al sole del resto del corpo e comunque usa una crema protettiva specifica”. E, ancora: “Fai attenzione al glande; se lo esponi a metà lui si abbronza solo nella parte scoperta e gli basta poco. È la zona in assoluto più sensibile.” Sembra anche che Il pc portatile tenuto in grembo faccia piuttosto male (però un medico giapponese, Hideo Yamanaka, direttore della Toranomon-Hibiya Clinic sostiene che la masturbazione è un’ottima attività fisica per dimagrire e io che son troppo pigro per andare in palestra mi fido). Roba letta su http://www.gritalia.net/pisellostupendo/attualita.html .

  “Non credevo d'avere tra le cosce un dio”, scriveva Carlos Drummond De Andrade nella sua lirica Senza che lo chiedessi, mi hai fatto la grazia. Forse ne è consapevole anche Marieta (Mónica Cervera, vista di recente in Crimen perfecto), protagonista di questa seconda pellicola dello spagnolo Ramón Salazar (già autore di Piedras nel 2001 e interprete di Amnèsia per Gabriele Salvatores). Marieta atterrita dall’eccessiva vicinanza del divino. Marieta, prostituta transessuale che all’anagrafe si chiama Adolfo come suo padre e come suo padre si ritrova tra le gambe un attrezzo di 20 cm che trova disgustoso.

   Film di siparietti e vivaci coreografie (si apre con la canzone Tombola sullo sfondo della Gran Vía Madrileña). Musical-melodramma-pastrocchio con qualche picco grottesco non sempre riuscito (non male la scena clou in sala operatoria con chirurghi e infermieri che cantano I Want to Break Free dei Queen). Banalità e forzature a palate: kitsch da Bagaglino e zero capacità narrative nel cuore di Ramòn. Passato per Locarno. Passato per il Málaga Spanish Film Festival (vabbè, quando uno gioca in casa si prende anche i premi e l’immeritata fama di autore di “películas de culto”).

   Già visto. Dopo due minuti a fumare una sigaretta davanti al cartellone sai di non poterti aspettare grandi cose una volta entrato in sala. Cosa potrà mai succedere di nuovo in un film spagnolo?

   Nada. Nada. Nada de nada, boyz!

   Scandaloso? Disturbante? Piccantino? Sì, per la prozia del regista, probabilmente.

   Lui/lei vorrebbe chiamarsi solo Marieta ed essere assolutamente donna. Ha fatto la cura di ormoni e ora sarebbe felice di avere nella borsetta il gruzzolo necessario per fare l’operazione in una clinica specializzata. Lo dice a Thomas il nano musicista suo coinquilino. Metteteci anche il disgraziato/a che soffre di attacchi narcolettici come River Phoenix in My Own Private Idaho di Gus Van Sant e cade più volte addormentato/a, magari nel bel mezzo di una marchetta, e siamo a posto. Svenimento tragico con logico disappunto del cliente.

   Nei sogni, Marieta trova la musica: il mondo diventa un palco di Broadway, il set di un film con Liza Minnelli, un videoclip tamarro in cui cantare Boys della bonazza eighties Sabrina Salerno.

   Il film è tutto qui, giuro. Nessuno citi Fassbinder, please! E nemmeno il pur sovrastimato Luis Buñuel. Viene quasi il sospetto (atroce, lo so) che perfino Ozon o Ugo Maurizio Giordani avrebbero saputo fare di meglio per tenere alta l’attenzione dello spettatore. Occhio, se come me odiate Priscilla la regina del deserto, conviene lasciar perdere: mica si buttano via così, i soldi.

 

Lazzaro A. Gionaro