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BE COOL

John Travolta e Uma Thurman in Be Cool

Titolo originale: id.

Regia: F. Gary Gray

Interpreti: John Travolta, Uma Thurman, Vince Vaughn, Cedric the Entertainer, André Benjamin, Steven Tyler, Robert Pastorelli, Christina Milian, Paul Adelstein, The Rock, Harvey Keitel, Danny De Vito, James Woods

Soggetto: Elmore Leonard

Sceneggiatura:  Peter Steinfeld

Fotografia: Jeffrey L. Kimball

Scenografia: Michael Corenblith

Costumi: Mark Bridges

Musiche: John Powell

Montaggio: Sheldon Kahn

Produzione: Metro-Goldwyn-Mayer, Jersey Films, Double Feature Films

Paese: USA Anno: 2005

Durata: 118'

Distribuzione: 20th Century Fox

Sito ufficiale: www.mgm.com/becool

Con un cambio della guardia sulla poltrona del regista (da Barry Sonnenfeld al giovane F. Gary Gray, autore di The Italian Job e Il Negoziatore) Chili Palmer, impeccabile, irresistibile canaglia, è di nuovo in azione. Dieci anni dopo le vicende di Get shorty, che per la carriera artistica di John Travolta rappresentarono il colpaccio n.2 della fase di rilancio cominciata con Pulp fiction, l’ex strozzino partorito dalla fantasia dello scrittore Elmore Leonard (tra i produttori esecutivi del film, insieme a Danny “Vista lunga” De Vito) abbandona la via della produzione cinematografica e si butta a pesce nel mondo dello star-system discografico prendendo a cuore il talento e le vicissitudini della giovane cantante r’n’b Linda Moon (Christina Milian, autentica promessa della musica nera).

   Più vecchio ma non per questo meno furbo e determinato, Chili ne ha abbastanza del cinema, della “Hollywood da decalcomania” e sta drizzando le antenne per cercare nuovi stimoli. L’illuminazione arriva nei primi minuti del film, quando il nostro eroe con la fissa del “cool” assiste comicamente distaccato all’omicidio dell’amico Tommy davanti a un ristorante di Beverly Boulevard. Scena irresistibile: un killer russo sui generis e primo di una lunga serie di omaggi cinematografici (ma anche musicali) che attraversano l’intera commedia. La vittima è un tronfio cialtrone interpretato da James Woods: Tommy il boss della NTL Records, marito fedifrago di Edie (Uma Thurman), indebitato fino al collo. Intorno al suo cadavere ancora caldo, un mare di casini che comprende la mafia russa (con quartier generale in un sordido banco dei pegni), rappers armati fino ai denti, impresari del sottobosco di Los Angeles avvezzi ad agire come gangsters. Per inciso, NTL è l’acronimo di “Nothing To Lose”, ovvero “Niente Da Perdere”.

   Chili fa presto a scoprire che l’ambiente musicale non è meno sporco di quello degli Studios hollywoodiani. Il talento non basta: bisogna farsi largo a spallate, guardarsi da iene del calibro di Nicky Carr (Harvey Keitel) e del suo schizzato quanto incapace socio Raji (Vince Vaughn). Si innamora di Edie, conquistato dall’energia della vedova, dalla sua intelligenza e dal tatuaggio impresso appena sopra il suo incantevole fondoschiena. Balla con lei, rievocando l’analoga scena madre di Vincent Vega e Mia Wallace nel più grosso successo di Quentin Tarantino. Balla come solo Travolta sa fare, per sempre Tony Manero, oggi all’altezza dei divi del passato esattamente come Uma Thurman.

   Cosa c’è di travolgente in Be Cool? Molto, se non tutto. I dialoghi fanno girare la testa, le  gags arrivano a raffica più delle pallottole, le sorprese per lo spettatore non finiscono mai (da puro delirio la comparsata di Steve Tyler e dei suoi Aerosmith nei panni di se stessi). Il ritmo cede in qualche punto ma è poca cosa rispetto ad un risultato finale che se non è da fuochi d’artificio poco ci manca.

   Sia gloria al genio di Leonard per i personaggi: da The Rock nei panni di Elliott, tirapiedi effeminato al guru hip hop Sinclair Sin LaSalle (Cedric the Entertainer), passando per André Benjamin degli Outkast che interpreta un mezzo troglodita dal grilletto facile, lo zoo umano che anima la pellicola fa concorrenza a quello visto qualche anno fa nell’esilarante quanto misconosciuto Il Grande colpo di Che Kirk Wong e ai classici di Blake Edwards. Funziona come una riuscita sintesi per immagini dell’omonimo romanzo (dove peraltro Linda è bianca) pubblicato in Italia da Marco Tropea Editore con traduzione di Guido Zurlino. Funziona perché inietta nello spettatore una dose di speranza: se lo script è buono, se il cast è affiatato, una strada per la commedia brillante, venata di situazioni paradossali e demenzialità lontane dal burino è ancora praticabile. Il resto è mercato, come chiosa Danny De Vito in una battuta: "Tanto basta essere ripresi dal basso, il cinema oggi fa miracoli".

   53.000.000 di dollari di budget, 55.181.399 incassati negli States. Sequel ispirato, cast azzeccatissimo, colonna sonora da sturbo (brani di Earth, Wind & Fire, Black Eyed Peas, James Brown, Kool & The Gang, William DeVaughn, Baby Bash, Elis Regina, Sonny & Cher). Se ancora non l’avete visto, siete decisamente fuori dalla nobile categoria dei tipi “cool”.

 

Veronica Lago