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VIVA ZAPATERO!

Titolo originale: id.

Regia: Sabina Guzzanti

Interpreti: Rory Bremner,Sabina Guzzanti,Daniele Luttazzi,Michele Santoro,Enzo Biagi,Fabrizio Morri,Valerio Terenzio,Andrea Salerno,Lucia Annunziata,Beppe Giulietti,Claudio Petruccioli,Dario Fo,Flavio Cattaneo,Luciano Canfora,Karl Zero,Marcelle Padovani,Bruno Gaccio,Udo Gumpel,Paolo Rossi,Ezio Mauro,Antonio Polito,Marcello Veneziani,Francesco Alberoni,Angelo Maria Petroni,Davide Caparini,Bill Emmott,Beppe Grillo,Alexander Stille,Maurizio Gasparri,Giorgio Lainati,Michele Bonatesta,Furio Colombo,Claudio Fracassi,Marco TravaglioFerruccio De Bertoli ,Eric Jozsef,Elio Veltri,Udo Gumpel,Paolo Rossi,Ezio Mauro,Antonio Polito,Marcello Veneziani,Francesco Alberoni,Angelo Maria Petroni,Davide Caparini,Bill Emmott,Beppe Grillo,Alexander Stille,Maurizio Gasparri,Giorgio Lainati,Michele Bonatesta,Furio Colombo,Claudio Fracassi,Marco Travaglio,Ferruccio De Bertoli ,Eric Jozsef,Elio Veltri

Interviste a cura di: Alberto Nerazzini

Musiche: Riccardo Giagni;Maurizio Rizzuto

Montaggio: Clelio Benevento

Produzione: Valerio Terenzio Trigona per Studio Uno;Sabina Guzzanti per Secol Superbo e Sciocco Produzion

Paese: Italia Anno: 2005

Durata: 80'

Distribuzione: Lucky Red

Sito ufficiale: http://www.luckyred.it/minisiti/zapatero/zapatero.html

Viva Zapata, recitava Marlon Brando. Viva Zapatero, grida sabina Guzzanti. E cioè: viva chi mantiene le promesse elettorali. Viva chi si impegna a liberare la comuniczione e l’informazione dall’ingerenza politica. Viva chi crede in un sistema libero. Libero di fatto, e che non usa il termine “democrazia” solo come parola jolly nei momenti d’imbarazzo.

Sabina Guzzanti guarda al primo ministro spagnolo José Zapatero come ad un’utopia. Giustamente. Perché ci racconta che l’Italia è agli ultimi posti delle classifiche che contano. Non solo quelle economiche, che la tv queste cose ce le dice, ma anche nelle top chart che misurano la democrazia di un paese. E questo no, nessun tg o nessun Porta a porta ce l’ha mai detto. Ed è ovvio. Altrimenti, come dice la Guzzanti, non staremmo così in basso. 

Costruito sul modello Fahrenheit 9/11, l’attrice realizza un film divertente, piacevole e molto “cinematografico”. Alla stessa maniera di Moore, Sabina lascia l’amaro in bocca. E un certo disagio. Come il regista americano fa trapelare però troppa rabbia e poca lucidità in certi affreschi demenziali della tv italiana, dove sembra che con l’avvento del leader di Forza Italia il giornalismo ci racconti solo di ricette culinarie e di Madonne che piangono. Ma in fondo, forse, la licenza poetica è concessa, visto che, metaforicamente parlando, la tv italiana è proprio questo: un luogo innocuo, che non fa pensare. Quindi pericoloso, soprattutto se quando vuole far “riflettere” lo fa in un’unica direzione: quella del potere. Inutile, poi, è soprattutto il giornalismo. Perché il giornalismo vero, salvo rare eccezioni, è davvero “latitante” da anni. Ha ragione Beppe Grillo: “Ma lei che scrive a fare sul suo taccuino. Ma chi glielo fa fare. Svegliarsi presto, venire qui, fare ore di coda, e poi tanto il suo direttore non gliele pubblica mica le cose che le sto dicendo…! Dovete ribellarvi…”

Esatto. Bisogna ribellarsi. Questo ha pensato Sabina Guzzanti. E il pensiero le è nato quando le hanno chiuso un suo programma (di successo) dopo la prima puntata. Ovvero dopo che l’autrice attaccò la legge Gasparri in un irresistibile siparietto assieme a Neri Marcoré (legge che il Presidente della Repubblica si rifiutò poi effettivamente di firmare, dimostrando che le sue accuse non erano forse così infondate). La chiusura di Raiot, in Viva Zapatero, fa però da filo conduttore ad un più ampio attacco verso le varie forme di censura italiana. Ma la sferzata vera, quella più diretta, è ad un sistema politico palesemente malato. Con o senza Silvio Berlusconi. Perché, come racconta il film, certe cose la politica nostrana le ha sempre fatte. Sinistra o destra, l’interesse sulla gestione della tv pubblica c’è sempre stato. Per questo alla cacciata di Biagi, Santoro e Luttazzi nessun partito d’opposizione, così come nessun giornale, ha alzato un dito. Perché, per loro, questa è normalità. Un’ovvietà insana che con Berlusconi si è solo acuita.

Questo l’assunto del film. Le vere chicche, però, stanno negli incontri tra Sabina e alcuni colleghi della tv francese ed inglese, i quali, oltre a prestarsi a piacevoli duetti comici, ci ricordano quanto il Belpaese si regga su un tragicomico e gigantesco conflitto d’interessi. Non rimane che ridere, a denti stretti, quando i comici europei disegnano l’Italia come una terra degli orrori. “Chiudere un programma di satira, da noi è impensabile?”. Qui, invece, è impensabile vedere i due killer di Pulp Fiction uccidere a pistolettate il nostro presidente per non aver mantenuto le sue promesse. In Francia questa è satira, e si chiama Peuple Fiction. Da noi, invece, è solo volgarità.

 

Antonello Schioppa