Home | Archivio letture  | Home Letture  | AA.VV. Tu quando scadi? | Will Christopher Baer | Boosta | Davide Bregola | William Burroughs | Catastrophe | Antonio Bufi/Luca Moretti | Mario Desiati | Stella Duffy | Breat Easton Ellis | Saverio Fattori | Speciale Gian Carlo Fusco | KaiZen & Emerson Krott | Michel Houellebecq | Giuseppe Genna | Joe R. Landsdale | Cormac McCarthy | McNeil - McCain | Aldo Nove | Chuck Palahniuk:Cavie | Chuck Palahniuk:La Scimmia... | David Peace - GB84 | Angelo Petrella | Andrea Piva | Gregory David Roberts | Paolo Roversi | Giambattista Schieppati | Stefano TassinariTom Wolfe | Wu Ming 5Ugo Tognazzi | Dalia Nera

Racconti: Anche Wess vuole la sua parte | Benedetti siano i vermi | CloserHai Dozo | La notte in cui scopai la figlia di Sammy BarbòMai più lacrime | Marmulak il vendicatore | Memoria | ZZZ


IL LABIRINTO Racconto di Antonio Bufi

 

“For 10 long years the leaves

to rake up

slow suicidès no way to go”

 

Se chiude gli occhi ha chiara l’immagine.

Precisa.

Nella sua mente.

Può percorrerne tutti i suoi limiti.

Neri nei profili.

E nei movimenti.

Pacati. Lenti. Quasi ipnotici.

Posata sulle scale. Lui stravaccato sul divano. O in piedi. Ancora seduto mentre il fumo raggiunge la sua testa avvolgendolo.

Ripercorre.

E le sue dita formano linee su un foglio rigato. In bianco e nero. L’ultimo autografo. Ripercorre steso sul letto mentre la luce lo bagna dalla finestra che non si apre. Almeno per farla uscire. Ma non ci riesce. Ormai è su di lui. Sulla sua barba. Nei suoi capelli. Sulle sue mani che si toccano. Si insediano fra i suoi cavi saldati a caldo. Bollente come il ghiaccio stretto tra le                                                                                                  mani e poi masticato sciolto. Lentamente. Immagine F.I.S.S.A.

                                                                                           i  i   n

                                                                                          m n  a

                                                                                           b  t   r

                                                                                           i   a  k

                                                                                           o  t   i

                                                                                            t  t   k

                                                                                            i  i   a

                                                                                            c o

LA LOTTA CONTRO IL MINOTAURO NEL LABIRINTO.

Scorge il filo per l’uscita e lo lega al suo corpo. Ma non c’e nessuno a tenderlo. Mancano le traduzioni linguistiche. Poi ridisceso sempre per terra o sul letto oppure avvolto dal tappeto nebbioso si accorge di quanto è distante il telefono. Eppure basta allungare il braccio. Si accorge di quanto è lungo l’impulso con il quale potrebbe comunicare. Poi lo guarda. Quell’immagine annientata che ha di lui. Quell’immagine contorta. Ma è vera. È reale. Lo prende proprio davanti. All’improvviso. Fisica e materiale. Hanno detto che è quasi morto. E forse è vero. Ma lui non lo conosce.

-         è proprio lui quel tale?

-         Chi?

-         Mr. So and So !

-         Si è proprio lui è del tuo stesso paese

-         Ma quale paese?

-         NAMELESS !

La signora disfatta.

Poi la donna nera balla. Balla. Se ne rende conto? La musica che arriva è troppo veloce perché possa essere afferrata. Per questo motivo sembra lenta. Invariabilmente lenta. Lentissima e paranoica. Quasi letale. Come le unghie che scavano nella pelle morbida fino a che non ne esce una piccola goccia di sangue e le ombre sullo sfondo bianco. Le dita che spingono fino a raggiungere le ossa. La pelle al contatto caldo/umido e viscido come coperta da lische scivolose. Le lische scivolose. Ma l’aderenza resiste. Resiste oltre ogni minimo tentativo. Salgono sulla pelle lungo ogni articolazione. Quell’immagine che lo percorre. BAGLIORE!ALLARME!PERICOLO!

      -     Non guardare! Non guardare!

Puro masochismo. Quest’uomo sconosciuto che entra improvvisamente nella stanza. Questo fantasma visibilissimo che all’improvviso sembra vecchio di secoli. E visto e rivisto ogni volta.

ALLARME! ALLARME! PERICOLO!

Quest’uomo ha distrutto e il rimedio non può che esser radicale. E asfissiante:

“Attorno al  Cornodoro abbiamo la città antica circondata da una vegetazione molto verdeggiante con un clima monsonicoceanico insieme alle case dei sultani che regnano da secoli…

La mezzalunafertilepersiana. Si apre sulle vaste distese. Penetra insieme alle possibilità economiche di questo individuo. Proibizione assoluta. Intanto la portiera sbatte sulla carlinga e sulle mani restano i segni di quelle unghie. Può vederla. Gli basta chiudere gli occhi. O più facilmente abbassarli. E sempre lo sguardo verso il basso. Perché? Perché abbassare lo sguardo? La campagna si apre insieme alle ferite sulla pelle causate dai rovi e dalle frasche. Cumuli di pietre antiche e millenarie case in cui riposarsi quando è freddo.

 

Riapre nuovamente la porta del subconscio. La porta sbatte con violenza.

“Avrai ricchezza al più presto insieme con un incarico di fiducia.

Di fiducia.

Sbattuto contro il muro mentre tutti questi fogli volano via dalle mani. Incisioni in bianco e nero come fotografie e future sculture. Steso sul tavolo insieme con alcune lettere commerciali e autorizzazioni.

Piegato sul tavolo di formica verde.