Home | Back | 20 Centimetri | A History Of Violence | Arrivederci amore ciao | Batman Begins | Be Cool | Clean | Crimen Perfecto | Cursed | Danny The Dog | Donnie Darko | I Fratelli Grimm | Good Night, and good luck | Il Caimano | Immortal (Ad vitam) | Inside Gola Profonda | La foresta dei pugnali volantiLast Days | Le tre sepolture |  Mare Nero | Million Dollar Baby | Natural City | Nuovomondo | Old Boy | Quo Vadis Baby? | Red Eye | Romanzo Criminale | Saw | Silent HillSin City | The Black Dahlia | The Grudge | The Ring 2 | The Woodsman | Viva Zapatero!

In primo piano: Aspettando Abel | Land of the Dead 1, Land of the Dead 2 | Lavorare con lentezza: Recensione, Alice in paradiso, La rivoluzione di chi? | Russ Meyer: L'occhio nel rituale autoerotico, Grazie di tutto(non solo per le tette)  | Tarantino: Kill Bill-Vol.1 , Kill Bill-Vol.2 | XXV edizione del Fantafestival | Speciale Linda Fiorentino: Articolo e Gallery , Filmografia


La città incantata (Spirited Away)  visita la gallery

Chihiro ne La città incantata di Hayao Miyazaki

Titolo originale: Sen to Chihiro no kamikakushi

Regia: Hayao Miyazaki

Doppiatori e personaggi: Erika Necci (Chihiro), Jesus Emiliano Coltorti (Haku/Aabo Haku), Sonia Scotti (Yubaba), Marzia Dal Fabbro (Lin), Carlo Valli (Padre di Chihiro), Roberta Greganti (Madre di Chihiro)

Storia e Sceneggiatura originali: Hayao Miyazaki

Musica: Joe Hisaishi

Canzoni eseguite da: Youmi Kimura

Direttore dell'animazione: Masashi Andô

Direttore artistico: Yoji Takeshige

Produzione: Toshio Suzuki, Ghibli Studio, Tokuma Shoten, Nippon Television Network, Dentsu, Tohokushinsha Film e Mitsubishi

Paese: USA/Giappone Anno: 2001

Durata: 122'

Distribuzione: Mikado

Sito ufficiale: bventertainment.go.com

"…Cos’è un nome? Non è una mano, non un piede, non un braccio, né un volto, non è un uomo…

…ciò che noi chiamiamo col nome di rosa, anche se la chiamassimo con un altro nome, conserverebbe intatte le sue qualità…"

(William Shakespeare)

Che cos’è un nome? Un tema già affrontato da un grande autore come Shakespeare e che ora ritorna in una veste diversa, ma col medesimo significato ne La Città incantata.

Che cos’è un nome? Una parola che noi associamo ad una persona, ma che non fa di questa un uomo. È un suono individuato da lettere che aiuta la nostra coscienza a identificare qualcuno o qualcosa.

Che cosa accadrebbe se non avessimo più un nome?

Forse questa è la domanda di partenza che si è posto Hayao Myazaki nel suo film. In Giappone la discendenza e la propria persona è identificata da un kanzi, cioè dalla scrittura del proprio nome. Nella terra d’oriente i simboli hanno vari significati secondo il modo in cui vengono associati, in più le rigide regole della società danno enorme risalto alla storia della famiglia. Se i nostri nonni e genitori sono medici, anche noi lo diventeremo e al nostro cognome verrà affiancata l’idea del medico ed un kanzi, questo è un esempio banale per comprendere la maniacale Spirit Awayimportanza che riveste il proprio nome. Chihiro, la protagonista del film ne viene privata in cambio di un lavoro, un essere umano privato della propria identità. Un modo molto semplice e diretto per mostrarci un dramma mondiale in cui, noi tutti giunti ad una fase della vita siamo costretti a crescere e a costruire la nostra figura, ma allo stesso tempo un denuncia velata contro una globalizzazione che fagocita non solo le culture, ma anche le persone. Chihiro non è più Chihiro, ma diventa Sen, da bambina capricciosa si trasforma in massaia alle terme, un nuovo nome, una nuova identità, forse ma non è del tutto vero. Essere vista come qualcun altro non priva la protagonista delle proprie qualità, al contrario, esse sono finalmente libere dai canoni comportamentali e quindi pronte a formare una vera persona. Certo il fatto di trovarsi in un nuovo ambiente la fa lentamente svanire, ma questa è la fase che precede la maturità, una sorta di breve periodo adolescenziale che nel nostro tempo sembra essere proteso all’infinito. Un vero io che nasce dalla nostra volontà e non dalla volontà altrui, un io conquistato rimane radicato nella coscienza.

La città incantata spazia dal tema dell’identità interiore a quello della forma. Il film è intriso di un grande spirito religioso, tanto da essere ambientato nella città degli dei dove gli spiriti acquistano le fattezze della propria natura e non solo loro. I genitori della protagonista vengono tramutati in maiali a causa della loro ingordigia, possiamo trovare delle analogie omeriche volendo, ma molto più Spirit Awaysemplicemente il buddismo o lo scintoismo credono nella reincarnazione e nella trasformazione in animali inferiori come punizione divina. Altra vittima di questo contrappasso è il figlio della strega, che da bambino capriccioso e gigante diviene un topo. Ecco che come Dante, anche Miyazaki crea il suo personale inferno, ma con la possibilità di redimersi.

Un film semplice e moderno che supera le barriere del tempo e delle culture. Senza troppe pretese si cerca di ritrovare un’infanzia e una maturità perduti nel vortice della tecnologia, ma allo stesso tempo si cade in quello che più si combatte, la globalizzazione. La città incantata affronta temi di universale approccio riuscendo in tale maniera a raggiungere anche noi europei, inoltre è contaminato non solo dalle collaborazioni, ma anche da riferimenti alla cultura attuale giapponese che è sempre più vicina alla nostra.

Questo lungometraggio è come se volesse dirci che non esistono più confini e che l’unica maniera di non svanire è quella di creare un proprio spazio con la volontà. Filosofia di pensiero vicina a Georges Prevelakis, che vede la globalizzazione come inevitabile, poiché l’uomo è portato a vivere in comunità sempre più complesse e ciò che la rende inquietante è "la scomparsa della distinzione tra l’interno e l’esterno", concetto preso dall’urbanistica che si adatta perfettamente al quotidiano. La soluzione a tale dilemma è dato dall’introduzione delle ‘diasporè o meglio un fattore culturale che ritorna dal passato o che nasce dal nulla, una sorta di ricerca di tradizioni a cui aggrapparsi. Il ritorno al fattore culturale avviene parallelamente alla crescita della città, quindi più si allarga lo spazio urbano più nuove correnti diasporiche si formeranno. Non ho idea se Hayo Miyazaki abbia mai letto Prevelakis, ma la sua grande sensibilità lo hanno aiutato a seguire la medesima linea di pensiero.

Hayao Miyazaki regista di Spirit AwayIl Giappone moderno è sospeso tra due mondi, come Chihiro, e deve lottare per conservare una propria identità storica, allo stesso tempo lo svanire di molti confini gli permette di maturare e di riscoprire nuove tradizioni. Una bambina che cambia città e scopre un mondo nuovo, si adatta ad esso e trova se stessa, un’immagine simbolica per raccontare gli umori di un periodo transitorio del mondo, un trattato sulla nostra epoca, un’ opera d’arte. La sensibilità di un singolo uomo impressa su pellicola.

 

Massimo Macchia