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James G. Ballard: La Mostra delle Atrocità  

( Feltrinelli, pp.197 Lire 14.000 ) 

 

“Credo nella non-esistenza del passato,
 nella morte del futuro, e nelle infinite possibilità del presente”
(James Graham Ballard, scrittore)

 

19La mostra delle atrocità di Kames Ballard70: l’editore Doubleday, su consiglio dei propri avvocati, manda al macero le copie fresche di stampa della prima edizione americana di Love and Napalm: Export U.S.A. (titolo detestato dall’autore che gli ha sempre preferito The Atrocity Exhibition). Il problema è rappresentato dalla presenza nel libro di troppi nomi veri di personaggi pubblici e dai titoli di alcuni capitoli: ‘Why I Want to Fuck Ronald Reagan’ e ‘Plan for the Assassination of Jacqueline Kennedy’. Due anni più tardi, il critico del New York Times Paul Theroux, liquiderà il romanzo come “Orribile e anche a piccole dosi insensato” accusando Ballard di offendere la pietà comune: “Ė un giocare con l’orrore, un’elegante anatomia della violenza, piena di temi speciosi, statistiche false, un’attrazione rivoltante per le star del cinema e per le fantasie sessuali sulle grandi marche commerciali americane (...)”. La grandezza (e l’attualità) di questo romanzo-saggio in cui il Surrealismo bretoniano strizza l’occhio alla Pop Art attraverso uno stile narrativo che rinuncia ad una linearità linguistica e temporale di tipo sequenziale, è perfettamente riassunta in due frasi della breve prefazione di William S. Burroughs: “La Mostra delle Atrocità è un libro intenso e inquietante. Le radici non sessuali della sessualità qui sono esplorate con una precisione chirurgica.”  

Il protagonista è un uomo dalle molteplici identità (Travis, Talbot, Traven, Tallis, Talbert, Travers) attratto da eventi mediatici in grado di modificare lo spazio interiore degli esseri umani. Incidenti, attentati, omicidi o suicidi di celebrità del bel mondo rappresentano per Travis uno specchio delle sue più intime ossessioni, gli elementi di un nuovo paesaggio spinale sospeso tra desiderio e allucinazione. Una pornografia dell’orrore inoculata dalle immagini dei notiziari televisivi, dai titoli ad effetto di quotidiani e riviste. 
"Le immagini crudeli e violente che al mattino suscitano la nostra pietà, lo stesso pomeriggio vengono stilizzate e usate come simboli dai media."
 
Crash di James BallardSesso addizionato a paranoia: di questo parlano Crash (altro cardine espressivo dello scrittore) e La Mostra delle Atrocità. Il sesso del buon nevrotico civilizzato, dell’uomo moderno che vive nel traffico urbano, ha smesso quasi del tutto di comunicare con gli altri, si accompagna a corpi rimodellati chirurgicamente e pensa all’Apocalisse prossima ventura sapendo che tutte le televisioni del mondo si daranno da fare per trasmetterla in diretta. È interessante leggere, a pag. 36 del libro, il resoconto della mostra (autentica) di auto disastrate che Ballard organizzò a Londra nel 1969. Le reazioni che l'esposizione scatenò nel pubblico ridimensionano notevolmente il quadro di 'normalità' dei favolosi anni Sessanta.
Invano, i lettori di Ballard hanno atteso un seguito de La Mostra delle Atrocità. Lo scrittore dichiara di aver rinunciato al progetto dopo averlo accarezzato per molti anni: "(...) ormai la nostra percezione della fama è cambiata. (...) Si è verificata una sorta di banalizzazione della celebrità: oggi la fama che ci viene offerta è istantanea, pronta per l'uso, e ha il potere nutritivo di una zuppa in scatola."
   Il materiale di prima mano non sarebbe certo mancato: l’assassinio di Lennon; la morte tra le lamiere di LadyDiana; il suicidio di Kurt Cobain; l’attacco all’America dell’11 settembre scorso. Tragedie che abbiamo vissuto tutti come ulteriori tasselli di un mosaico dedicato alla vera divinità del nostro tempo: la paranoia. Frammenti di una riflessione sul postmoderno, su una modificazione del rapporto carne/mente che accomuna il percorso artistico di J. G. Ballard a quello di David Cronenberg per il cinema e di Andres Serrano per la fotografia. Ballard si occupa delle alterazioni della psiche (e, in tema di aneddotica, dopo aver letto il manoscritto di Crash, un editor disse: “Quest’uomo ha urgente bisogno di assistenza psichiatrica”).
James J. BallardEtichettato come autore di fantascienza, James Graham Ballard, inglese nato a Shanghai nel 1930 (dal suo romanzo autobiografico L’ Impero del Sol e Steven Spielberg trasse un film omonimo) è in realtà un sociologo che usa un’immaginazione sfrenata per raccontare il nostro tempo. Non ci sono astronavi nei suoi libri. Non si viaggia su altri pianeti e non si vive in mondi paralleli. C’è un solo mondo da esplorare, da scandagliare usando la macchina da scrivere come un endoscopio: il nostro mondo, la nostra civiltà bombardata da immagini, scossa dai terremoti che hanno origine nella mente umana. Il nostro mondo, o quel che di esso sopravvive.
 

Nino G. D'Attis

 
Per approfondire:
- Autori Vari: Re/Search edizione italiana – J. G. Ballard (Shake Edizioni, 1994 – prezioso apparato critico di e su Ballard con 29 scritti inediti, interviste e ricca bibliografia);
- J. G. Ballard: The Atrocity Exhibition (Re/Search, 1990 – edizione americana illustrata da foto e collages dello scrittore)

 

sul web: -   www.jgballard.com

                            www.solaris-books.co.uk/ballard/news.htm