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MARMULAK IL VENDICATORE un delirio di Gianni D’Attis

 

MARMULAK IL VENDICATORE “I don't see you falling

                  I don't see you falling beautiful

                  Sometimes”

(U.N.K.L.E. – Be there)

   Stanza 740 del J. Lee Pierce Motel di Miami, in questo preciso istante.

   La missione da compiere: compiuta.

   Tutti salvi. Il presidente si congratula a reti unificate. La conferenza stampa: un trionfo. Maria Sharapova, Amanda Beard, Alina Kabaeva, Anna Kournikova si dichiarano disposte a sacrificare le loro carriere pur di avere un figlio da me. La serie a fumetti ha ripreso a tirare come una volta e Francis Oliver Scorsese, nato in provetta un anno fa da Sofia Coppola e padre anonimo, ha dichiarato di voler esordire dietro la macchina da presa con una pellicola ispirata alla mia vita e alle mie gesta.

   Uh-uh.

   Ecco a voi Marmulak, difensore dei più deboli e acerrimo nemico dei pigliainculo patentati.

   Babbucce gialle, labbaadeh bianco con otto tasche interne per penne, libri di preghiere, orologi a cipolla e cellulari, sigaretta Santa Maria Senza Filtro tra le labbra.

   E mutande d’amianto come Snake Agent, perché non si sa mai.  

   Noia mortale che mi incatena dentro queste quattro pareti da…

   …quindici minuti?

   Sono soltanto quindici fottutissimi minuti che qualcuno non mi implora di salvare il pianeta da qualche infernale avversario. Da non crederci.

   Urge un incarico segreto, un mandato, un’incombenza, un apostolato, Cristo!

   Dove cazzo sono finiti i più fervidi dementi della terra? Sto parlando di bacherozzi della risma di Dindo Bondy e Fat Crespo, Piccolo Cesare e l’incredibile Heinz Glottale. Mi riferisco a feccia pura come Pidgin, la bestia mutante che divora i salvaschermi e Sbozzo, il nano frociopatico e presuntuoso affetto da manie religiose (l’ultima volta che gli ho dato una sistemata era convinto che lo Spirito Santo potesse fondare un partito politico) e famoso per la sua cavillosità nel distorcere i fatti in ogni dettaglio. Possibile che abbiano deciso di abbandonarsi tutti al fancazzismo totale?

   Bussano alla porta.

  «Chi è?»

  «Oh, Marmulak apra, la prego…sto sgocciolando sulla moquette del corridoio!»

   Ohibò, una pulzella! Il tempo di spruzzarmi sotto le ascelle un po’ di Lazzarò (“Per gli uomini che stendono le donne che stendono gli uomini”, recita la pubblicità). Il tempo di controllare il pacco. Il tempo di domandarmi cosa sappiamo quando conosciamo una persona nuova e se sia giusto dare per acquisito che il problema dell’eccessiva specificità delle immagini possa essere risolto trasformando la nozione di idea in quella di concetto.

  «Bonjour!»

  «Ahhhhh-mioddiiioooh…Allora è proprio LEI

  «He-he…»

   Bella patanella, non c’è che dire. Sgocciola, sgocciola, sgocciola. Vent’anni a occhio e croce, le unghie di mani e piedi smaltate di verde smeraldo (stesso colore degli occhioni), i lembi dell’accappatoio bianco si dischiudono su un generosissimo scorcio di scollatura. Il profumo che emana la sua pelle non dice nulla sul Solipsismo del Momento Presente di Hume, non spiega come la semi-vita sia possibile, né esplora i problemi morali, etici o scientifici che potrebbe suscitare, ma onestamente chissenefrega.

  «Allora, posso entrare?»

  «He-he…»

  «Grazie. Oh, che bella cameretta le hanno dato. È un Serrano autentico quello che vedo appeso alla parete nord?»

  «He-he…»

  «Fico!»

   Dice così e si sfila l’accappatoio. Poi si accovaccia sul letto. Felina.

   Io penso al fatto che il significato di ogni espressione E è un’idea I associata ad E nella mente dei parlanti.

   Io penso che prima facevo il panettiere a Vergiate provincia di Varese. Un culo così tutte le notti e gli amici andavano in discoteca a beccare le fighe, a bersi dieci Cynar in ghiaccio di fila, a ballare con Coccoluto e Joe T Vannelli, a raccontarsi barzellette sui terroni, sulle bionde, sui carabinieri.

   Il Renato. Il Luigi. Il Toselli (noto cacciaballe).

  «Se ti ritrovi un pelo nei denti bevendo birra, potresti aver voglia di vomitare.»

«Se ti chiedi sempre come sarà la prossima gnocca, sei normale.Se ti chiedi sempre come sarà la prossima birra, sei alcolizzato.»

«Che differenza c'è tra un cazzo e un terrone? Il cazzo viene su, fa quel che deve fare e poi torna giù. Il terrone viene su, non fa un cazzo e in compenso rimane qui.». 

   Loro a infornare sui sedili ribaltabili delle Golf, delle Alfette, delle Ritmo, io a infornare senza previo ribaltamento di un cazzo di niente.

   Una vitaccia, quella del panettiere. Farina, lievito, sale, impastatrice automatica e forno a gas.

   Sudore. Sconforto. A Vergiate, poi. Hai dei grandi svantaggi…

  «Vieni?»

  «Mah!»

   A Vergiate la prima domenica di primavera si fa una simpatica gara tra appassionati di aquiloni fatti con materiali ecologici. Si può partecipare con un proprio manufatto o imparare a farne uno in loco. Premi finali per tutti i partecipanti, nutrita la presenza di ragazzi delle scuole elementari e medie.

  «Allora, Marmulak: ti piaccio o no?»

  «He-he-he…»

  «Ho il ragazzo, ma non lo vedo spesso, allora finisce sempre che mi innamoro di altri ragazzi. È normale?»

  «He-he-he…»