Home | back  | AA.VV. Tu quando scadi? | Will Christopher Baer | Boosta | Davide Bregola | William Burroughs | Catastrophe | Antonio Bufi/Luca Moretti | Mario Desiati | Stella Duffy | Breat Easton Ellis | Saverio Fattori | Speciale Gian Carlo Fusco | KaiZen & Emerson Krott | Michel Houellebecq | Giuseppe Genna | Joe R. Landsdale | Cormac McCarthy | McNeil - McCain | Aldo Nove | Chuck Palahniuk:Cavie | Chuck Palahniuk:La Scimmia... | David Peace - GB84 | Angelo Petrella | Andrea Piva | Gregory David Roberts | Paolo Roversi | Giambattista Schieppati | Stefano TassinariTom Wolfe | Wu Ming 5Ugo Tognazzi | Dalia Nera | Archivio letture  

Racconti: Anche Wess vuole la sua parte | Benedetti siano i vermi | CloserHai Dozo | La notte in cui scopai la figlia di Sammy Barbò Mai più lacrime | Marmulak il vendicatore | Memoria | ZZZ


CATASTROPHE # 02 – autunno/inverno 2005/06

(Venerea Edizioni, pp. 130, € 7,00)

 

 Torno abbronzatissimo da una lunga permanenza alle Bermuda (non sono certo un tipo da Chiantishire!) e  poche ore dopo il mio arrivo a Roma mi ritrovo tra le mani il secondo, attesissimo volume di una rivista-libro No copyright che mi piace da matti fin dal nome: Catastrophe, nata (o rinata, a seconda dei punti di vista) nella primavera scorsa dalle ceneri dell’altrettanto interessante Torazine (quattro uscite, “...una miscela tossica di testi e immagini per un delirio rizomatico di segni impazziti, di simboli scoppiati, di detournamenti scandalosi, tra terrorismo estetico e pornografia della visione”). Casa editrice: Venerea, sede nella capitale, catalogo appetitoso che comprende l’edizione italiana dell’indispensabile Culture dell’Apocalisse di Adam Parfey, l’antologia di racconti L.C.I. Letteratura Chimica Italiana e l’autobiografia illustrata di Anne Sprinkle PostPorn Modernist.

   Ok. Ok. Ok.  Allora scaravento dalla finestra l’opera omnia di William Butler Yeats regalatami chissà perché (mi vuoi male, stronza???) da una sedicente poetessa inglese più brutta di Carole Thatcher che di certo non capirà mai la massima di Pascal "Ci consoliamo perché ci affliggiamo con poco" (Nota Bene: se qualcuno getta un libro dal quinto piano non sta facendo bookcrossing ma un’azione di segno diametralmente opposto al bookcrossing per cui, a meno che il tomo non vi cada accidentalmente in testa sfondandovi il cranio e facendovi girare le palle ad elica, lasciatelo lì a morire sul selciato).

   Ok. Ok. Ok. Stacco i telefoni. Mi verso un Long John. Infilo nel lettore cd Astral Disaster dei Coil. Sono pronto a divorare d’un fiato queste 130 pagine "cross-senses" ed "over-senses" freschissime di stampa (ah, l’impagabile fragranza dei prodotti editoriali che non hanno tra i loro collaboratori Gianni Baget Bozzo e Francesco Alberoni!).

   L’editoriale apparso in occasione della prima uscita presentava in questi termini la nuova impresa: “Il capovolgimento di Catastrophe consiste nella sublimazione, nello slittamento, nell’accumulazione dei segni scaturiti dalle superfetazioni dell’immaginario pop dominante – non, quindi, dalla sua nemesi avversa. Sono superfetazioni a loro volta bastarde, quantizzazioni deformate scaturenti da quegli interstizi oscuri che, sotto il drammatico ricordo dell’epoca d’oro del pop e delle sue decadi più rappresentative (i 60 e gli 80 del novecento) ha gettato le fondamenta del neocitazionismo dilagante, imposto non più come divagazione postmoderna, ma come tetra constatazione della mancanza di nuovi slanci immaginifici: è la morte del futuro, il postmortemismo.”

   Pesante? Cervellotico? Non più di un mattonazzo di Matt Ruff, se volete sapere la mia opinione. Non più di un disco di Hell o di un film scritto e diretto da Larry Clark, a ben vedere. Qui ci si diverte pensando e viceversa. Terreno fertile per quei lettori che cercano essenzialmente di depistare se stessi dopo aver abbandonato la cattiva autostrada di una (non)informazione rassicurante, di una cultura conformista prodotta e diffusa con lo scopo oramai neanche tanto occulto di addomesticare se non proprio indurre al coma profondo le masse.

   Il sommario del nuovo numero promette bene quanto la doppia copertina realizzata da Infidel e Serpeinseno (team che ha anche ideato l’esilarante Crucix – il gioco dell’oca della Via Crucis a pagina 59): Christian roots – le radici cristiane dell’occidente; integralismo cattolico, scienza e fede, letteratura millenarista (apocalisse, guerra a Satana, 11 settembre), Christian Pop (l’avanguardia christian pop si prepara a invadere di peso le maglie fin troppo larghe della cultura indipendente USA”), papaboys (una conversazione con Christian Raimo sulle Giornate Mondiali della Gioventù a Colonia) e ancora: pseudobiblia (un articoletto veloce di Francesco Dimitri sul mito lovecraftiano del Necronomicon e sulla sua influenza su personaggi come Anton LaVey, Ramsey Campbell, Stephen King, Sam Raimi; un maggiore approfondimento del tema non avrebbe guastato); cassette a nastro (autore: Valerio Mattioli; parole chiave: registrazioni domestiche, net communities, mitologie audio, R. J. Porter; numero caratteri: 11626), una breve guida ai fluidi corporei che ingloba un sondaggio condotto dalla prestigiosa casa editrice underground americana Research e che apre così: “Il più rilevante prodotto del nostro corpo nonché estrema sintesi dell’intera categoria dei fluidi corporali è quello noto ai più col nome di “merda”. Questo prodotto di scarto esercita un’indiscussa influenza su ogni recesso della storia e del sentire umano, ma di esso si conosce poco e niente”.

   Ottimo il pezzo sui fumetti cristiani firmato da Francesco Warbear Macarone Palmieri, ma si segnalano altresì Heat wave, disturbante intervento grafico di www.globalgroove.it  e il racconto di Laura Cingolani Il disordine sperimentalmente indotto con fotografie di Federica Romagnoli.

   Considerazioni finali: rispetto al primo numero, tutto sembra decisamente più a registro, in particolare la parte grafica: 7,00 € spesi degnamente (e adesso non mi resta che aspettare la prossima mossa...mi consolerò con Hot Video). Il migliore aperiodico di carta presente sul territorio italiano (basta cercarlo, non fate i pigri!). C’era una volta Frigidaire, oggi c’è Catastrophe nell’aria!

Nise No

www.catastrophe.it