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BENEDETTI SIANO I VERMI Un delirio di Nino G. D’Attis

 

“Blessed are the worms, for they shall inherit your body”

(Robert Connett)

 

 

Villa Baldassarri, 1897: la passione per i duelli sotto il sole di mezzogiorno insaporiti da monologhi pieni di pathos fa concorrenza all’apprendimento dell’eloquenza presso i giovani di buona famiglia. Jeunesse dorée e brava gente del popolo divisa in fazioni rivali a sostegno di un certo attore. Eli Wallach in dolcevita bianco o Lee Van Cleef con mocassini italiani? Metti Trintignant nel ruolo di un pistolero muto auto-replicante che si siede qualche volta davanti ad un terminale per occuparsi del rapporto fra ciclo del prodotto, forma del mercato e composizione fisico-tecnica del lavoro.

   Arriccia il naso. Sospira. Annuisce.

  «I centravanti vanno adagio dietro i loro commercialisti, lisciandosi le penne come spettri assenti nel vento del mattino…»

   Un Jean-Louis un po’ rincoglionito ma tutto sommato felice di essersi stabilito in questo caldo e accogliente recesso del cosmo.

   Un Jean-Louis che prende bombe iperneurostimolanti, lavora al buio e pensa che ogni stella è segno di un uomo: sale quando nasce e cade quando crepa in una selva di medaglie al valore e strette di mano.

   Ragazzi ubriachi, vestiti da donna: il faccino dell’infanzia sotto la maschera del decoro sociale strappata via da Dioniso.

   È arte? Forse.

   È legale? Probabilmente no.

   Sguardi penetranti sbarcati da una nave fantasma giapponese carica di mistero, maledizioni e pantaloni di cuoio rosa attillati con piega a strapiombo. Entusiasmo folklorico spinto fino all’innesco di gravissimi disordini pubblici, lampi di violenza grezza ed esplosiva una volta danneggiata intenzionalmente la rotella principale. Subcultura del puckish che brucia se stessa nell’istante preciso in cui attraversa il mondo lasciando un inconfondibile marchio ubiquista.

  «Le tue ultime parole, hombre?»

  «Tua sorella ha un gran culo, e non lo risparmia.»

Rullo smangiato. Pellicola gramolata che salta ripetutamente e periodiche scritte in sovrimpressione che scorrono nel riquadro in basso, invitando a dare notizie di Oscar Fleischmann Carvalho, nato da ventre atsingano in zona della Rua Suecia, battezzato dieci volte in dieci diverse località e inspiegabilmente scomparso dal villaggio nel giorno consacrato a San Simplicio.

SQUIRREL AND G-MAN TWENTY FOUR HOUR PARTY PEOPLE PLASTIC FACE CARNT SMILE (WHITE OUT)

   Il soggetto indossava una camicia di forza lercia di vomito ed era uscito dalla sua villetta bifamiliare boccheggiando come un pesce pronto a farsi friggere in padella.

  «Assenwerke. Assenwerke!»

   Alto e ossuto, con l’aria del predicatore errante germogliato sotto Urano. Sangue freddo sempre pronto a sfruttare qualunque piccola opportunità nel cunicolo spazio-tempo che collega due universi paralleli.

   Cos’è che trasforma un fallito in un rivoluzionario?

   Tutto consiste nell'essere fissati su qualcosa: concentrarsi sulle proprie funzioni, osservare lo sviluppo superstizioso dei pensieri, perseverare nelle situazioni-limite, nelle abitudini viziate ben oltre oltre il periodo di svezzamento.

   Il momento più grave della sua vita era stato quello in cui gli erano spuntati i baffi: rabbia repressa e confusione che sfociano nell’acquisto di un vecchio revolver a sei colpi di fabbricazione russa appartenuto a Bile Lobotomo, ex meccanico nato a Daytona, Ohio, Usa, attualmente reverendo della Chiesa della Lasagna Vegetale fondata in memoria di G. G. Allin.

  «Allora sono entrato in quella banca mentre il mio socio mi aspettava quieto nella Giulietta Sprint rubata in via Schonberger. Tuta blu, passamontagna e guanti di pelle…Entro e dico a tutti di stare calmi, no? È meglio chiarirle subito certe cose…»

   Arriccia il naso. Si guarda le mani. Annuisce.

   Immediatezza della percezione come azione totale, per dirla con Krishnamurti. Quien sabe? Anche se normalmente la voce catalizza l'attenzione dell'ascoltatore relegando tutto ciò che sta dietro a mera comparsa, in realtà non è nient'altro che uno strumento con la valenza di un sax o di un timpano.

  «Aisha…sono confuso. Assenwerke. Assenwerke!»

   Generazione del sedativo. La tecnica solitamente usata è quella di infettare i file eseguibili. Altri tempi in cui gli spot pubblicitari trasformavano i carnivori in agnelli abbandonati sul ciglio di un’autostrada. Microrganismi parassiti il cui comportamento epidemico si manifestava nel riprodursi all'interno di cellule viventi camuffati da codici alimentari di un fantomatico piano dietetico divino.

   Ultima osservazione: un'anti-interfaccia visivamente instabile poteva causare grippaggi epilettici in una percentuale elevata di utenti.

   “Elettrodi per fiori di campo anoressici su pattini a rotelle” annota Jean-Louis sul suo diario.

   Fuori, vestito come un chirurgo per evitare la contaminazione, un glaciologo con tessera regolare dei Sex Workers Of The World Unite seziona una carota di ghiaccio prelevata dalla calotta antartica per farne un lingam del dio Siva.

  «Aisha…sono tornato ad ascoltare i dischi dei Genocide Organ, e ho speso gran parte del mio tempo a immaginarti chiusa nel tuo dolore. Ora penso che dovremmo mettere in atto tutti i validi propositi che ci siamo prefissi durante il nostro lungo "ascolto interiore" dell’inverno.»

   Oscar Fleischmann Carvalho, le mani sporche di terra e le pupille bianche rivolte al cielo meridionale dopo aver fatto il giro tre volte verso nord. Simile a un insetto azzurro in cerca di ombra a metà di un giorno critico, di passaggio, confine tra il mondo spazio-tempo degli umani e l'atemporalità degli Dei.

   Nella piazza assolata, il silenzio che precede:

  - l’esame della scena del crimine

  - l’analisi della scena del crimine

  - l’analisi delle informazioni

  - l’analisi del comportamento criminale.

  Tutto è stato coordinato per portarci sino a qui, per scoprire infine il segreto dell'illuminazione e della Verità.

  «Aisha, scalerò la montagna e attaccherò i nove saggi che da migliaia di anni, dall'alto di quella cima, dominano il mondo...»

   Geografia semi-reale e semi-immaginaria. Le cime sprofondano e diventano pianure, la terra rigetta i morti, le stelle cadono nell’avvento di una notte in cui si consuma la vecchia ragione del mondo.

   Saltare tutti insieme per modificare l'orbita terrestre.

   Desacralizzare la comunicazione a danno del parlato.

   I fiori di rosmarino posti sul cuore a pelle nuda arrecano felicità.

   L'artemisia serve per il pronostico degli ammalati, sotto il cuscino dei quali si mettono le sue foglie. Se essi si addormentano, guariscono, se restano svegli, muoiono.

  «Ehi, re dei diavoli, che tua madre pianga presto per te!»

   Lo slavo, faccia tagliata con l’accetta, sembra un alligatore in trench nero e frusto. Batte la pipa spenta contro il tacco dello stivale, poi lancia un’occhiata al cavallo su cui ha cavalcato per sei giorni e sorride. Il cavallo chargé d’affaires de l’Enfer caca merda nera e vetrosa mentre l’orizzonte si riempie di piccoli uccelli scuri guidati da un'upupa.

   45 automatica nella fondina, calcio di madreperla.

   Tentare il colpo gobbo, quello che nasce da un fluido movimento e buca il cuore dell’avversario.

  «Cazzo se sto traumato!»

   Rigore ascetico da maestro spirituale del deserto, pulviscolo argenteo che gli ribolle davanti agli occhi erodendo il vecchio sorriso vizioso di una volta.

   Odore d’ozono e fumo di barbecue.

   Farsi un West privato e sguazzarci dentro sparando a qualsiasi cosa si muova davanti al tuo naso.

  «Opporcocazzo!»

   La puttana del parroco, carni vizze addobbate con bigiotteria pesante, si mette in bocca una manciata di popcorn mostrando le zinne a Tonino il macellaio. Lui ha già dato un occhio alle miniere del Belgio, così gli pare lecito pensare che il Signore non si offenderà più di tanto.

Ha dato un occhio e si è liberato di un figlio scaraventandolo in un pozzo pieno di sanguisughe, vecchie riviste di meccanica e mozziconi di Astor Blu, ma la faccenda è passata come uno sfortunato incidente e poi uno deve pur trovare un ruolo, sfuggire agli obblighi, ai matrimoni, costruirsi un solido passato, un parallelepipedo di pietra rossa per tenere lontani gli spiriti cattivi, le Holypi, i potenti demoni patogeni figli della regina Ana delle Kechali che hanno la forza di materializzare oggetti dal nulla, apparire in qualsiasi forma, controllare gli elementi o leggere i pensieri degli altri.

   Una volta ogni famiglia allevava un maiale per ucciderlo e arrostirlo in piazza dopo la festa della Madonna del Carmelo. Una vecchia leggenda racconta che tanti anni addietro, una notte un uomo, svegliatosi all'improvviso, si rese conto che la sposa non era a letto accanto a lui. Allora si alzò e si mise a cercarla per tutta la casa, ma cerca e gira non riuscì a trovarla e se ne tornò a letto.

   Un mormorio nella folla.

   Il sacrificio come cibo.

   Il sacrificio come rapporto tra uomo e Dio.

   Cannibalismo.

   Alleluja!

   Il martirio è il modo più semplice per assicurarsi un posto nei libri di storia o per fondare una religione di successo.

   Saltare tutti insieme come adepti di una nuova fede.

  «Le tue ultime parole, straniero?»

  «Benedetti siano i vermi...»