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EMPTY STORY : UNA STORIA VUOTA di  Andrea  Capanna

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Prima stesura: a mano di getto, nella notte tra il 18 e il 19 marzo 2001

Seconda stesura (finale, al calcolatore): 22 luglio 2001, pomeriggio

Vi racconterò finché è possibile farlo, amici miei, quel che è successo, ed è molto semplice: d’improvviso nel mondo si è creato un vuoto.
 
Più precisamente, dalla sera al mattino, d’ogni cosa, vita e concetto è sparita una parte.
 
L’evento è stato piuttosto drammatico, potete capire, per la maggior parte della popolazione umana e per molti di noi è risultato fatale: c’è chi si è scoperto senza genitori, senza figli o senza la propria abitazione e, quel che è peggio, c’è anche chi si è ritrovato tutto d’un tratto senza il fegato, il cuore o il sangue nelle vene.
I più fortunati hanno perduto solo una parola dal proprio vocabolario, oppure un bottone della giacca, il vizio del gioco o il più acerrimo nemico, ma si è trattato di pochi, pochissimi casi. Per la maggior parte di noi uomini coscienti, da un punto di vista ragionevole che vi assicuro in tali frangenti è assai difficile mantener saldo, si è trattato di una perdita piuttosto che di un guadagno poiché si sa, ogni parte in ogni cosa è piuttosto necessaria.
 
Una commissione d’inchiesta tra scienziati, forze dell’ordine e uomini illustri della nostra società è stata composta in fretta e furia per discernere l’accaduto tra mille difficoltà ed impedimenti, capirete.
Pare inoltre, da alcune fonti non confermate giù in città che esistano alcuni individui del tutto risparmiati da questo disastro e la commissione è al lavoro per ritrovare ed identificare queste persone, ma di esse, oltretutto, si è persa ogni traccia.
Altri terribili allarmi riguardano ponti, strade e palazzi, o intere città sparite. La situazione è ancora confusa, poiché molte linee di comunicazione sono state interrotte e non v’è modo di ricostituire con velocità sufficiente i collegamenti con questi luoghi, oltretutto perché non si verifichino ulteriori disastri di conseguenza, come quelli causati dall’isolamento.
 
Sapete, io sono solo in questo paesino, dove mi sono trasferito da qualche anno per ragioni di lavoro e non possiedo alcun parente. Ma ciò non mi impedisce di temere e soffrire per l’accaduto. Stanotte sicuramente il mio sonno sarà inquieto poiché il destino di noi tutti è ancor più caro a chi ne possiede uno misero e solitario come il sottoscritto.
 
Proprio ieri a tarda notte, mentre mi accingevo a scrivere le prime pagine di questo piccolo diario mi sono ritrovato improvvisamente senza l’inchiostro, nonostante ne avessi acquistato all’emporio la scorsa settimana una boccetta nuova e sigillata.
Sulle prime, sapete, non avevo dato troppo peso al curioso fenomeno. Ma il mattino seguente, alle prime luci dell’alba, col putiferio che crebbe rapidamente nel paese ebbi subito la sensazione che i due accadimenti fossero in qualche modo collegati ed ora, dopo una giornata assurda e disperata a rincorrere notizie e voci giù in strada e nella piazza dove tutti erano accorsi per scambiarsi concitati le terribili novità, posso sicuramente affermare che quella mancanza era evidentemente frutto del fenomeno misterioso che vi sto descrivendo.
 
Dalla città discesi i monti di quassù, poi, giungono racconti particolarmente strazianti come quello di una giovane madre incinta col bimbo ben formato e pronta per partorire che pare si sia svegliata questa mattina proprio senza il suo prezioso fardello. Ciò mi fa supporre che possa trattarsi di una qualche sorta di contrappasso da pagar per la troppa passione, il troppo amore che dedichiamo alle cose o ai fenomeni della nostra vita o alla nostra stessa figura, ma sono solo mie personali, vane supposizioni cui non dovete dar troppo conto. Inoltre in questi passaparola la gente ama esagerare le notizie oppure fatalmente travisa ciò che non conosce appieno, specialmente in frangenti drammatici come questi, e nonostante sia fuor d’ogni dubbio la terribile condizione in cui tutti noi oggi versiamo.

 

   *****


  Perdonate il disordine dell’esposizione ma temo che si tratti dell’agitazione e dell’angoscia che mi pervadono senza posa. Poco sappiamo e nulla possiam capire di ciò che veniamo a sapere riguardo questo vuoto improvviso e giungono anche qui in casa dai miei vicini notizie di minuto in minuto, spesso contrastanti. Mi preme infatti aggiungere altre nuove, di fatto apprese pochi minuti fa. Pare che molte famiglie siano allo sfascio, che la gente scappi per ogni dove alla ricerca dei propri parenti e amici e che il governo abbia subito la perdita di ministri e nomi illustri e di un gran numero di loro sottoposti, e stesso valsi a dire per le altre istituzioni, senza calcolare le ingenti perdite di cartelle, documenti, volumi ed intere sezioni d’archivio di uffici e biblioteche pubbliche e private giù in città. Un disastro più grande del previsto, quindi, che ci ha colpiti a pioggia e, per ora, senza ragion tangibile alcuna.
 
Io, in fede, non riesco a creder d’esser stato così fortunato da perder solo poche once d’inchiostro. Deve esserci dell’altro e questa, credo, sia la somma angoscia di tutti noi, ovvero di non sapere esattamente che cosa si è perduto. Ebbene sì amici non possediamo nemmeno questa sicurezza! Senza contar che il fatto, proprio come un terremoto, possa verificarsi di nuovo!
 
Ma ora basta, cerchiamo d’essere tranquilli e di non perdere la testa. Noi uomini abbiam subìto danni ben peggiori nella nostra millenaria civiltà e son ben certo sapremo sopravvivere. Par tuttavia ci siano seri problemi per la maggior parte dei nuovi sistemi con cui procediamo al lavoro delle sementi, dei cibi e dei tessuti, nonché per i mezzi di trasporto più moderni. Mi dicevano poc'anzi che in effetti tali marchingegni non possono da sè rigenerarsi come la vegetazione e la fauna, anch’esse duramente colpite, e molti schemi di costruzione sono andati irrimediabilmente perduti.
 
Buon Dio, che si ritorni forzatamente ai nostri primordi?
 
Spero di poter scrivere ancora domani sull’accaduto amici, e che questa mia piccola, insignificante, maldestra cronaca possa rivelarsi di qualche utilità per le generazioni future se dovessimo, certo non vorrei dirlo, soccombere tutti a causa di questo gigantesco, inspiegabile male.
 
Per ora,
Addio.