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Dario Argento: Il Cartaio, Giù le mani da Suspiria, Le occasioni mancate, Filmografia, Argento sul web, Gallery


Dario ArgentoDARIO ARGENTO:Le occasioni mancate

 

di N.G.D’A.

 

Sono diversi i progetti di Argento rimasti nel cassetto. Tralasciando il Rigoletto Dario Argentoproposto nel 1986 alla direzione artistica del Teatro Sferisterio di Macerata e rifiutato perché giudicato troppo violento, il caso recente di Occhiali neri, pellicola ambientata a Venezia e incentrata sui personaggi di una prostituta e di un orfano a caccia di un assassino è solo uno dei tanti tasselli mancanti nella filmografia del cineasta. Bloccato da difficoltà logistiche, perché girare oggi un film nella città lagunare sembra un’impresa inattuabile, ha ceduto il posto a Il Cartaio e al prossimo La Terza Madre, ritorno alla dimensione horror di Suspiria e Inferno. In trentaquattro anni di carriera, Argento ha sognato tuttavia molti altri film che non hanno visto il buio di una sala cinematografica ed è anche vero che fino a ieri i fans avevano smesso di sperare nel completamento della trilogia delle Tre Madri ispirata sia dalle visioni di Thomas De Quincey contenute nel racconto Levana e le Nostre Signore del Dolore (in Confessioni di un oppiomane, Garzanti, 1979) che dalle figure di misteriosi alchimisti come Fulcanelli.

   Un adattamento del Frankenstein di Mary Shelley scritto nel 1972 a quattro mani con Luigi Cozzi e ambientato nel periodo dell’ascesa nazista in Germania fu ostacolato dalla celebre casa di produzione inglese Hammer Film, detentrice dei diritti di sfruttamento cinematografico del personaggio.  Un film sugli homeless a New York, pensato nei primi anni Ottanta e intitolato Oltre la morte viene sottoposto dal regista a Dino De Laurentiis che lo boccia dopo un primo interessamento. Quando Argento chiede al produttore la restituzione della sceneggiatura, si sente rispondere che il manoscritto non c’è più: smarrito, finito chissà dove. Più o meno nello stesso momento, circolano notizie intorno ad una collaborazione con il collega Tobe Hooper e su una possibile trasposizione argentiana del romanzo L’Ombra dello scorpione, best seller di Stephen King, ma anche stavolta il progetto non riesce ad andare in porto, lanciando tra l’altro un primo importante segnale sul singolare rapporto (mancato) tra Argento e Hollywood: l’America lo ama, lo copia, vorrebbe averlo (anche per The Crow, poi affidato ad Alex Proyas), ma non può garantirgli il controllo dell’intero lavoro, le libertà creative alle quali è abituato in Europa. Del resto, King aveva già provato, attraverso il suo agente, ad offrirgli Le Notti di Salem, successivamente realizzato per la televisione da Hooper. Trasferitosi nel Massachusetts con la figlia Fiore, il regista non era però riuscito a trovare gli stimoli giusti per sviluppare la sceneggiatura. Le uniche tre trasferte negli States, Inferno, Due occhi diabolici e Trauma, saranno all’insegna di garanzie accettabili (sceneggiatura, cast, troupe) e non vedranno comunque il coinvolgimento di grossi tycoons in sede produttiva (unica eccezione: Inferno, quando gli accordi di coproduzione con la Paramount verranno garantiti personalmente da Sherry Lansing, allora presidente della società e futura moglie di William Friedkin).

   Diverso il caso de La Sindrome di Stendhal (se ne interessò la Fox), film che in un primo trattamento avrebbe dovuto essere ambientato a Phoenix, ipotesi scartata dopo i primi sopralluoghi perché: “Quel tipo di sindrome ti può colpire a Firenze, non a Phoenix. Oppure a Orvieto, a Roma. Vedi Il Giudizio Universale, con gli uomini blu che escono dalla terra e ti domandi: Dio mio, ma che cos’è? Ecco, un tale sentimento, misto di stupore, incredulità e turbamento, negli Stati Uniti non credo possa essere avvertito.” (in D. Costantini, F. Dal Bosco: Nuovo cinema inferno; Milano, Pratiche Editrice, 1997). Meriterebbe poi un discorso a parte la sofferta liason tra Dario Argento e la televisione: all’indomani de La Sindrome di Stendhal e venti anni dopo La Porta sul buio, la Rai avrebbe dovuto mettere in cantiere una nuova serie di sei thriller di un’ora e mezzo ciascuno, scritti, supervisionati e prodotti dal regista. Tutto pronto, nessun problema apparente, ma all’ultimo momento qualcosa s’inceppa e del ritorno di Argento sul piccolo schermo non se ne sa più nulla.