NEWS  
CINEMA  
CINQUE PUNTO 1  
MUSICA  
LETTURE  
 
Will Christopher Baer  

Douglas Coupland  

James Ellroy  

Omar Di Monopoli  

Victor Gischler  

Carl Hiaasen  

Stephen King  

Norman Mailer  

Steve Malins  

Jay McInerney  

Jonathan Miller  

Moretti - Bruno  

Hugues Pagan  
 
Chuck Palahniuk  

David Peace  

Tommaso Pincio  

Guglielmo Pispisa  
 
Andrea Piva  

Serge Quadruppani  

Serge Quadruppani: Y  

James Reasoner  

Simon Reynolds  

Simone Sarasso  

Hunter S. Thompson  

William T. Vollmann  
 
RACCONTI  
 
Closer  
 
Anche Wess vuole la sua parte  
 
Memoria  
 
Hai Dozo  
 
Benedetti siano i vermi  
 
La notte in cui scopai la figlia di Sammy Barbò  
ARTE  
FUMETTI  
INCONTRI  
BLACKBOX  
IL POTERE DEL MEDIO  
OLTRE  
STANLEY KUBRICK  
TEMI DEL DESKTOP  
LINKS  
ARCHIVIO  
DEPECHE MODE TOUR 2005-2006
 
Google
Web blackmailmag.com
 

HUGUES PAGAN: In Fondo alla notte  (Meridiano Zero, pp. 192, € 13,50; traduzione di Valeria Caredda)
 

Hugues Pagan

Ordina da iBS Italia

Hugues Pagan è uno scrittore che non concede consolazione. I suoi personaggi sono ambigui, tormentati, contraddittori. Se pure hanno remore morali, rimpianti, rimorsi, niente di queste cose impedisce loro di vivere e agire sul filo di una equivocità che risulta, alla fine, affascinante.

   Il giallo classico di Doyle, Christie sembra remoto, con le sue scatole a combinazione che restaurano un ordine rassicurante. Ma anche l'hard boiled

classico è superato, con i suoi eroi cinici ma, alla resa dei conti, integri.

   Qui non si esce dalle nebbie, né si ripristina un ordine: anzi, è proprio l'ordine, la verità ufficiale che si fa inquietante. Il personaggio è un giornalista, ex poliziotto, che si è ritirato in provincia, dove il passato lo raggiunge, sotto le spoglie di una vecchia fiamma che gli annuncia la scomparsa del suo migliore amico, coinvolto in grossi traffici. Da quella visita la tranquillità che pensava di aver conquistato, le certezze della sua vita diventata quasi routine, a poco a poco si liquefanno.

   In questo libro, il primo polar pubblicato di Pagan, si ritrovano molti dei temi dello Hugues Pagan successivo (Quelli che restano, a esempio).  Innanzitutto, il Jazz, l'alcool, una certa America che sappiamo essere nel cuore dei francesi. Ma, soprattutto, la corruzione del potere, l'intrinseca malvagità dell'ordine. Poliziotti peggiori dei delinquenti che dovrebbero perseguire, e con probabilità di gran lunga più alte di restare impuniti. Non esistono buoni e cattivi o, meglio, non esiste un confine netto che separa le due cose, una divisa che garantisce che da quella parte si è al sicuro. Gli amici covano segreti che ci riguardano, i nemici, che rimangono nell'ombra, in fondo ci accordano punti di riferimento. L'eroe non è puro e senza  macchia, ha frequentazioni quanto meno discutibili, vanta crediti in ambienti equivoci. I fatti sono determinati da moti browniani di interessi, passioni che si incrociano, si scontrano, si sospingono a vicenda. Non c'è una logica, così come non può esistere la "soluzione". Cosa si troverà "In fondo alla notte"? Nessuna catarsi, nessuna nemesi. Al massimo - per alcuni - un'altra flebile chance.

   Il romanzo prende e sorprende, mantenendo una buona tensione dall'inizio  alla fine. Se gli si vuole trovare un difetto, probabilmente è il manierismo. Pagan forse paga un tributo troppo alto al genere (va bene tutto, ma non è  un po’ caricaturale una Ford V8 nella provincia francese?) ma, considerando

che è il suo primo romanzo, gli si può perdonare.

   Nota a margine: Viviamo in un eterno presente. L'ultimo libro pubblicato è

sempre il migliore - va da sé, è il mercato. La letteratura è una merce, va venduta, certo. Ma perchè fare il torto allo stesso Pagan, cazzo, definendo questo "il miglior Pagan di sempre"? Non era più onesto e corretto dire "il sorprendente esordio di H. Pagan" o "l'opera prima di un grande del polar"?

 

Ferdinando Manzo