NEWS  
CINEMA  
CINQUE PUNTO 1  
MUSICA  

Black Sabbath  

Casino Royale  

Chaos| Order  

Dave Gahan  

Deadburger  

Depeche Mode  

Depeche Mode: SOTU  
 
Depeche Mode:Discografia  

Duran Duran  

Editors  

Ennio Morricone  

Federico Fiumani  

Grinderman(Nick Cave Side Project)  

John Frusciante  

Guns N’ Roses  

Jarvis Cocker  

Killing Joke  
 
Kraftwerk  
 
Madonna  
  Marilyn Manson  
 
LCD SOUNDSYSTEM  

Marlene Kuntz  
 
Massive Attack  

Miles Davis  

Nine Inch Nails  
 
Pankow  
 
Pere Ubu  

Psychic Tv  

Portishead  

Primal Scream  
 
Psycho Sum  

Rammstein  

Recoil: subHuman  

Recoil: Selected  
 
Red Hot Chili Peppers  
 
Scott Walker  
 
Sonic Youth  
 
Stars  
 
Studio Davoli  

The Good The Bad & The Queen  
 
The Orange Man Theory  
 
The Stooges  

Tobia Lamare & The Sellers  

Tom Waits  
 
UNKLE: Self Defence  
 
UNKLE: War Stories  
LETTURE  
ARTE  
FUMETTI  
INCONTRI  
BLACKBOX  
IL POTERE DEL MEDIO  
OLTRE  
STANLEY KUBRICK  
TEMI DEL DESKTOP  
LINKS  
ARCHIVIO  
DEPECHE MODE TOUR 2005-2006
 
Google
Web blackmailmag.com
 

GUNS N’ ROSES: Chinese Democracy (Geffen Records)

Sì, questo disco è una follia. Tutta la sua lunghissima gestazione, i rumors, le smentite, la line-up originale che si sfalda, il disappunto dei fans, quelle mezze seghe degli Offspring che nel 2002 annunciarono di voler scippare il titolo ad Axl, il  giocatore di baseball Mike Piazza che fa trasmettere un pezzo dell’album proibito a una stazione radiofonica, la guerra ai siti web che diffondono quasi tutte le canzoni in scaletta…Poi la chimera si rivela al mondo e a suo modo ci costringe a mettere da parte le stronzate: 14 brani in 71 minuti e 26 secondi,  forse il disco più costoso della storia (più di 13 milioni di dollari, secondo le stime ferme comunque al 2005). Il signor William Bailey Rose Jr., in arte Axl Rose, ha partorito un mostro in parte preistorico, in parte giunto da un possibile futuro del rock.

   È vero che, come ha già osservato qualcuno, Chinese Democracy avrebbe sicuramente avuto un impatto commerciale totalmente diverso se fosse uscito sette-otto anni fa (è cambiata la fruizione, l’attenzione della gente verso la musica, i ventenni di oggi - né grati né ingrati, semplicemente imbecilli a dispetto di quanto scrivono Moccia e Bajani - pensano che Duffy sia cool e che i Tokyo Hotel scrivano canzoni) ma se il confronto è con le uscite contemporanee degli ultimi dischi dei Metallica e degli AC/DC, la nuova incarnazione del gruppo nato a Los Angeles nel 1985 straccia gli avversari ai punti: la band di Lars Ulrich e James Hetfield ha pubblicato il suo lavoro migliore dai tempi di Load; gli australiani guidati dai fratelli Angus e Malcolm Young sono usciti dal letargo con un buon disco di classico hard rock che nulla toglie e nulla aggiunge (che palle!) alla loro immagine.

   Axl è invece il tiranno ambizioso e fuori di testa (un po’ Brian Wilson, un po’ Stanley Kubrick) che conoscevamo dal quadruplo Use Your Illusion I & II: gli piacciono i Beatles, i Sex Pistols, i Led Zeppelin, i Queen; negli ultimi anni ha tenuto d’occhio i Nine Inch Nails di Trent Reznor. Ha studiato, ha avuto fiuto nel reclutare il suo esercito personale pescando tra i soldati migliori: Tommy Stinson, bassista dei Replacements; Josh Freese e Robin Finch del giro NIN; Paul Buckmaster e Marco Beltrami per gli arrangiamenti orchestrali; perfino Moby come consulente alla produzione. Credo che una lista completa di nomi non ce l’abbia neppure l’ufficio amministrazione della Geffen, ma in fin dei conti non è importante.

   Dentro Chinese Democracy pulsa un puro cuore rock che investe l’ascoltatore, lo stende, lo conquista più del delirio di onnipotenza del suo ideatore: i testi bellissimi, il sound pieno, gli assolo di chitarra meravigliosi (confesso di essermi dato una smanacciata all’attrezzo con quello di There was a time ed è stato come andare a letto con Jessica Alba e Rosario Dawson insieme tra secchiate di caviale e champagne che macchiavano federe e lenzuola di seta nera). Ci sono canzoni che adoro e che resteranno: Street of dreams, ad esempio; pianoforte, bel riff di chitarra, inciso che si imprime immediatamente in testa, assolo alla Brian May (Axl aveva chiamato anche lui, poi ha cambiato idea, vai a sapere perché). E la successiva If the world, inclusa nei titoli di coda del film di Ridley Scott Nessuna verità (tra parentesi consigliatissimo: Di Caprio ha smesso di fare il bamboccio pulitino e Russel Crowe sfoggia con orgoglio panza e doti da grande attore).

   Ecco, se Scraped e  Rhiad and the bedouins la buttano in caciara rivelandosi (testi e diorama ritmico a parte) gli anelli più deboli e datati della collana; se Sorry fa molto Rolling Stones anni ’90 addizionati ai rivali Metallica dello stesso periodo (mettiamo Nothing else matters dal Black Album), If the world è la canzone più fresca del disco: un funkettone futuribile sostenuto da belle percussioni, chitarre NIN sovrapposte a sei corde latineggianti e stacchi dritti e famelici. E mi piace anche There was a time, l’ho già detto. Gran viaggio, gran testo che fa: “Broken glass and cigarettes / Writin’ on the wall / It was a bargain for the summer / An I thought I had it all / I was the one who gave you everything / The one who took the fall”. Mi piace Catcher in the rye, tra Beatles, Red Hot Chili Peppers e gli stessi Guns di Use Your Illusions. Poi ci sono Madagascar, un'onda anomala più Led Zeppelin degli stessi Zep nella loro età orchestral-orientaleggiante, e la conclusiva Prostitute che (non è una bestemmia) farebbe la sua porca figura anche in bocca a Robbie Williams.

   Insomma, con buona pace della  Repubblica Popolare cinese e dei suoi tabloid di Partito ‘sto disco bisogna proprio ascoltarlo. Con molta attenzione, si capisce. Come si faceva con i vinili di una volta, quando avevamo tempo per ascoltare un album per bene, lato per lato, mandando a memoria i testi, cercando di capire le reali intenzioni dell’artista. Relax, ragazzi! L’età che stiamo vivendo ci costringe ad essere superficiali con tutto, ad andare avanti facendo tutto a cazzo di cane. Anche le cose che dovrebbero darci piacere (sesso incluso). Beh, ‘fanculo, io voglio ancora prendermi tutto il tempo necessario. Il rock è questo e io sono rock. A questo punto della sua vicenda artistica, parafrasando Philip K. Dick, anche Axl Rose potrebbe tranquillamente dire: “Io sono rock, voi siete morti!”

 

(J.R.D.)

Sito ufficiale dei Guns N' Roses