NEWS  
CINEMA  
CINQUE PUNTO 1  
MUSICA  

Black Sabbath  

Casino Royale  

Chaos| Order  

Dave Gahan  

Deadburger  

Depeche Mode  

Depeche Mode: SOTU  
 
Depeche Mode:Discografia  

Duran Duran  

Editors  

Ennio Morricone  

Federico Fiumani  

John Frusciante  

Grinderman(Nick Cave Side Project)  

Guns N’ Roses  

Jarvis Cocker  

Killing Joke  

Kraftwerk  
 
LCD SOUNDSYSTEM  

Madonna  
  Marilyn Manson  

Marlene Kuntz  

Massive Attack  

Miles Davis  

Nine Inch Nails  

Pankow  

Pere Ubu  

Psychic Tv  

Portishead  
 
Primal Scream  

Psycho Sum  

Rammstein  

Recoil: subHuman  

Recoil: Selected  

Red Hot Chili Peppers  

Scott Walker  

Sonic Youth  

Stars  

Studio Davoli  

The Good The Bad & The Queen  

The Orange Man Theory  

The Stooges  

Tobia Lamare & The Sellers  

Tom Waits  

UNKLE: Self Defence  
 
UNKLE: War Stories  
LETTURE  
ARTE  
FUMETTI  
INCONTRI  
BLACKBOX  
IL POTERE DEL MEDIO  
OLTRE  
STANLEY KUBRICK  
TEMI DEL DESKTOP  
LINKS  
ARCHIVIO  
DEPECHE MODE TOUR 2005-2006
 
Google
Web blackmailmag.com
 

UNKLE SELF DEFENCE

UNKLE:SELF DEFENCE

Ordina da iBS Italia o da CDWOW

“Even now in heaven there were angels carrying savage weapons”

(Eye 4 an Eye)

 

Strategie su strategie. Ti spari per intero il saggio di Tommaso Pincio sugli alieni e cerchi di convincere la tua stupidissima ex danese a filarsela una volta per tutte nel deserto del Mojave. Perché presto o tardi, esseri provenienti da una galassia lontana, potrebbero venire a prendersela lasciandoti finalmente libero di ascoltare in santa pace i tuoi dischi preferiti. Nessun rimpianto: in cucina era un disastro, a letto era una fanatica della missionaria e (adesso arriva la mazzata!) più di una volta ha passato il limite introducendo nel tuo appartamento della spazzatura tipo Bright Eyes, Bonnie ‘Prince’ Billy e Mando Diao.

   Ma è finita. Basta staccare il telefono fisso, il cellulare, quella porzione di cervello collegata al Pendolo di Siffredi e tutto gira meglio. E poi il postino ti ha appena consegnato un pacchetto proveniente dal glorioso Regno Unito e dentro il pacchetto c’è un oggetto rosa alieno che ti invita ad ascoltare l’ultima trovata di uno dei progetti più degni di attenzione dell’universo. 

   Strategie su strategie. Da due anni a questa parte, quando non sono occupati a remixare i pezzi altrui (tra le ultime cose, la migliore versione di John the revelator dei Depeche Mode ascoltata fin qui) gli Unkle non fanno altro che smontare e rimontare il loro capolavoro Never Never Land per la gioia dei loro ammiratori più devoti. E se fossero una banda di svaccati qualsiasi, potremmo liquidare la faccenda in poche righe e archiviare il caso sotto la voce “Pigrizia”. In realtà, questa nuova full immersion è a tutti gli effetti un opera indipendente che nasce dall’utero di un album pieno zeppo di idee, pulsazioni, melodie stranianti. Come dire: l’Apocalypse Now – Redux della psy-dance (o science-dance, chiamatela come vi pare). Un’opera monumentale in quattro cd custoditi dentro un elegante cofanetto che accorpa materiali nuovi come la muscolosa Burn my shadow (al microfono e alla chitarra Ian Astbury dei Cult) e remix assortiti di RJD2, DFA, Total Science, Junkie XL, Sasha, Evil 9, Ape Sounds, Hybrid, Meat Katie.

   Ancora una volta, gli alieni James Lavelle & Richard File (ci si deve levare il cappello di fronte a ‘sti due tizi) aprono le porte del loro laboratorio sonoro disseminato di provette contenenti tutti i bacilli della storia del rock e della musica da ballo. Lo spettro varia dal dark più vischioso ai grooves chill out, dagli incanti mistici di sapore doorsiano (la succitata Burn my shadow sviscerata nelle tre tracce d’apertura) alla ballata rave di sapore elegiaco (In a state, da manuale di stile il cameo di un Moby folgorato sulla via di un graditissimo riassestamento estetico) procurando a intervalli più o meno regolari la sensazione di trovarsi all’interno di un’esperienza sconcertante, tutta cunicoli che introducono a infiniti, incantevoli sottomondi.

   La vastità degli orizzonti nella musica degli Unkle contempla la possibilità di tramutare ogni fonte, ogni campione utilizzato nel fantasma di se stesso a favore di una deriva onirica tutta vortici, cluster, breakbeats, stacchi di beatitudine che rischiarano le zone più nebbiose ed oscure. La dance spinta al limite dell’(apparente) instabilità, una dissoluzione di forme che restituisce una visione simile a un cantiere in perenne costruzione. Come sarà il prossimo disco degli Unkle?

 

(J.R.D.)

 

 

 

 

 

Sito ufficiale